Fulvia Caprara su La Stampa del 12/02/02 a pagina 27., 12 febbraio 2002
«La prima volta che l’ho incontrato avevo 13 anni, facevo parte di una compagnia teatrale, andai con i miei amici a vederlo recitare e dopo lo raggiunsi in camerino, per farmi dare l’autografo che ancora conservo
«La prima volta che l’ho incontrato avevo 13 anni, facevo parte di una compagnia teatrale, andai con i miei amici a vederlo recitare e dopo lo raggiunsi in camerino, per farmi dare l’autografo che ancora conservo. Gli dissi che volevo fare l’attore, lui restò a parlare con me per un po’ di tempo, mi spiegò che sarei dovuto andare a New York, che avrei dovuto studiare molto. Parecchi anni dopo ci siamo rivisti ai provini per "Lungo viaggio verso la notte" di Eugene O’Neill, ero emozionato, non rispondevo a tempo, Lemmon, alludendo al mio ruolo, mi disse "Non avrei mai pensato di avere un figlio così cretino", ma fui preso lo stesso. Ho lavorato altre volte con lui, con il mio idolo; ricordo tutto quello che mi diceva su Hollywood, su come ti esalta e poi ti mette da parte, su quanto può essere effimero il successo. Era una persona stupenda, il mondo è molto più triste senza di lui» (Kevin Spacey a proposito di Jack Lemmon).