Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2002  marzo 01 Venerdì calendario

Nel 1945 Carlo Valente, ex operaio milanese già meccanico a quattordici anni, si era messo all’opera per fondare una sua casa di produzione di macchine da caffè, oggi nota con il nome di Faema

Nel 1945 Carlo Valente, ex operaio milanese già meccanico a quattordici anni, si era messo all’opera per fondare una sua casa di produzione di macchine da caffè, oggi nota con il nome di Faema. Fu lui l’inventore della prima macchina orizzontale: una leva, azionata manualmente, metteva in moto un pistone capace di portare la pressione da 1,5 a 9 atmosfere: l’ideale per erogare un espresso non più di sapore bruciaticcio. Immediata la corsa delle aziende per lanciare un modello che adoperasse il nuovo sistema: la Pavoni batté tutti. Il suo modello fu realizzato da Gio’ Ponti, uno dei designer più quotati del tempo, con l’ingegnere Antonio Fornaroli e l’architetto Alberto Rosselli. Il risultato? Quello che ancora oggi è ritenuto un autentico gioiello del design italiano, il modello ”La Cornuta”. In seguito un sistema identico fu adottato con successo anche da altre case costruttrici come la neonata Gaggia e La Cimbali. Negli anni Cinquanta la moda americana contagiò anche le macchine da caffè, che finirono per assomigliare a pezzi di automobile o jukebox. Nel 1961 la Faema mise a punto il sistema ancora oggi in uso: l’acqua raggiungeva le 9 atmosfere di pressione non più grazie a un pistone ma con una pompa elettromagnetica che spingeva acqua calda ma non bollente. Risultato: il classico aroma ormai noto in tutto il mondo. Il nuovo modello fu battezzato E-61, in onore di un’eclissi solare ammirata in Italia proprio in quei giorni (che ispirò pure un film di Antonioni).