La macchina del tempo n. 02/03 febbraio/marzo 2002 pag 122-125, 1 marzo 2002
Oggi per ottenere un buon espresso non ci vuole molto. La tecnologia ha fatto passi da gigante: le macchine da caffè del Duemila, altamente funzionali, sono dotate di incredibili stratagemmi meccanico-ingegneristici
Oggi per ottenere un buon espresso non ci vuole molto. La tecnologia ha fatto passi da gigante: le macchine da caffè del Duemila, altamente funzionali, sono dotate di incredibili stratagemmi meccanico-ingegneristici. Non c’è più solo la E-61. Attualmente in commercio se ne distinguono almeno di tre tipi: le macchine a pompa, le macchine a pistone e le macchine superautomatiche. Le prime sono in assoluto tra le più diffuse: possiedono degli addolcitori a resine che diminuiscono il grado di durezza dell’acqua, altrimenti causa di incrostazioni e malfunzionamenti vari, e una pompa volumetrica, che assicura all’acqua una pressione di 9 atmosfere e una temperatura di 90 gradi, requisiti indispensabili all’erogazione di un caffè ottimale. Quando l’acqua raggiunge il gruppo erogatore costituito da un portafiltro e da un filtro vero e proprio, all’interno del quale risiede il caffè pressato e macinato, avviene la cosiddetta preinfusione, un processo della durata di pochi secondi, necessario a dar risalto alle qualità del caffè. A quel punto il caffè è pronto per riempire le tazzine. Le macchine per caffè superautomatiche sono quelle più sofisticate, quelle tecnologicamente più avanzate, in grado di ridurre al minimo il compito dell’operatore. Un barista alle prese con una macchina di questo genere può, mentre prepara un caffè, fare anche dell’altro. sufficiente pigiare un semplice pulsante per ottenere un espresso eccellente, un cappuccino o un tè. All’interno di queste macchine è situato un computer che provvede ai compiti più diversi: nel caso del caffè alla macinatura istantanea dei semi tostati, al controllo della pressione, della temperatura e della dose dell’acqua per l’infusione, al prelievo di latte fresco e alla sua erogazione sottoforma di latte montato a vapore, alla rilevazione dei dati contabili, all’autodiagnosi di eventuali anomalie. Le macchine a pistone, ultime della serie, possiedono un sistema operativo che, nonostante gli abbellimenti di carattere estetico accumulati dalle sue carrozzerie nel corso degli anni, è rimasto lo stesso delle loro antiche progenitrici. Anziché l’impiego di un’elettropompa per ottenere le indispensabili 9 atmosfere, esse impiegano il principio meccanico esercitato da una molla e comandato da una leva manuale.