Varie, 1 marzo 2002
GENTILE
GENTILE Claudio Tripoli (Libia) 27 settembre 1953. Ex calciatore. Campione del mondo nel 1982, con la Juventus vinse 6 scudetti (1974/75, 1976/77, 1977/78, 1980/81, 1981/82, 1983/84), una coppa Uefa (1976/77), una coppa delle Coppe (1983/84), due coppe Italia (1978/79, 1982/83). Diventato allenatore, nel 2004 condusse la nazionale under 21 al titolo europeo e al bronzo olimpico • «Nato in Libia da genitori siciliani, colorito olivastro che gli è valso cori crudeli negli stadi avversi e un soprannome scherzoso dai compagni, Gheddafi. ”Mi ricordo un Paese color della sabbia, le case tutte bianche, e le palme su cui salivo a prendere i datteri. Avevo gambe e braccia sempre scorticate”. Per tornare in Italia il padre, tipografo, scelse la parte opposta, e salì a Como. Gentile abita ancora sul lago. Ha un leggero accento lombardo. Prima che nella Juve ha giocato nel Varese. Il primo lavoro da ex calciatore è stato direttore generale del Lecco. Poi il corso a Coverciano, con Boniek e il suo amico Tardelli, di cui ha preso il posto all’Under 21. Dice che ”è molto bello lavorare con i giovani e per la propria patria”, testuale, perché è uno che ci crede. A guardare le foto di Maradona gli viene ”un po’ di malinconia, perché sul suo volto si vedono gli anni trascorsi, e mi ci potrei specchiare”. Non è vero, lui si tiene in forma, va in bicicletta, si allena con i giocatori. ”Il calcio per noi era un riscatto sociale, per loro no. Noi eravamo tutti figli di operai, gente modesta. Sapevamo che il pallone avrebbe reso migliori le nostre vite e dunque eravamo più disposti al sacrificio” [...] . [...] Cassano [...] un giorno si era permesso di dirgli: ”Tu non hai marcato Maradona, al massimo gli hai strappato la maglia”. Lo si perdona solo perché non era ancora nato (mancava ancora qualche giorno, il padre meditava di chiamarlo Paolorossi) [...]» (Aldo Cazzullo, ”Corriere della Sera” 25/8/2004) • «Zoff-Gentile-Cabrini: un trio che lascerà tracce indelebili sul campo e nell’albo d’oro, in bianconero e in azzurro. Claudio è il tipico mastino che ringhia dietro a ogni avversario, togliendogli il respiro. Ha un temperamento straordinario, sorretto da una volontà di migliorarsi che non conosce tregua. Implacabile ma corretto: prova ne siano le rare espulsioni rimediate in carriera. La squadra costruita da Giampiero Boniperti e affidata a Giovanni Trapattoni non può prescindere dal suo timbro agonistico. Spopola anche nella Nazionale di Enzo Bearzot, quarta in Argentina e regina del Mondo in Spagna. Memorabili le marcature su Diego Maradona e Zico: Gentile diventa l’icona guerriera del calcio italiano. In azzurro, racimola 71 presenze e 1 gol (alla Finlandia)» (’La Stampa” 8/12/2003).