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 2002  marzo 01 Venerdì calendario

Gere Richard

• Philadelphia (Stati Uniti) 31 agosto 1949. Attore • «[...] Richard Gere è un caso a parte: non c’è nessuno che metta d’accordo le donne, tutte le donne, come Richard Gere. Non c’è una donna (azzardo: neanche in Senegal, neanche a Pechino in nessun posto dove sia arrivato un film con Richard Gere) che non vorrebbe avere accanto, per sé, Richard Gere. Gli uomini dicono che Richard Gere è sornione e ancxhe piuttosto basso e anche che ha una faccia poco intelligente. Le donne raggricciano le spalle, li commiserano. Non capiscono poveretti [...]» (Antonella Boralevi, ”Specchio” 29/1/2000) • «La maggior parte degli uomini probabilmente sarebbe disposta a vendersi un pezzetto, e forse anche un po’ di più, d’anima per fare a cambio. Ma date retta a Richard Gere, che se ne intende: alla lunga, ci si annoia persino ad essere l’American Gigolò più desiderato del mondo. Specialmente se si è dotati di un quoziente intellettivo un po’ più alto della media degli attori, se si è sinceramente interessati a cose come la filosofia e il buddismo, se negli anni si sono sviluppate altre curiosità e passioni. Eppure, quando lo incontri, ti accorgi che per una volta l’annuale definizione della rivista ”People”, ”The sexiest man alive” [...] ha un senso. Anzi un corpo. Perché Gere forse non è l’uomo più affascinante della terra, né quello di cui ti innamori a prima vista, ma ha addosso una sensualità innata, naturale [...] Tutta la sua carriera, del resto, è un continuo arrendersi o ritrarsi da questo destino. Fin dai tempi dell’università, in Massachusetts, dove si divideva tra gli opposti corsi di filosofia e recitazione. Qualche esperienza di teatro e musical (ha interpretato anche Danni Zu-ko in Grease a Broadway) e pochi minuti accanto a Diane Keaton in In cerca di Mr. Goodbar (è stato il più bel serial killer mai apparso sullo schermo) gli sono bastati per farsi notare. E poco dopo si è trasformato nel mitico Julian di American Gigolò (1980). Ma lui subito scappa dal clamore, si rifugia in scena a New York nel ruolo di uno dei tragici gay di Bent, dramma su omosessualità e olocausto di Martin Sherman. Nell’82 torna a Hollywood per Ufficiale e Gentiluomo, secondo successo che lo consacra assoluto modello maschile del decennio. Da allora, testardamente, prova a uscire dal cliché, ma la gente non lo vuol vedere come barbutto, eroico King David, né come poliziotto brutto e corrotto (Affari Sporchi, la sua più intensa interpretazione). E neppure come il maniaco-depressivo Mr. Jones. Così, quando cede e nel 1990 rispunta come il Principe Azzurro per la provocante Cenerentola Julia Roberts in Pretty Woman, torna al volo in testa alle classifiche. Successo bissato [...] con una nuova e più mielosa commedia romantica, Se scappi ti sposo, ancora in coppia con la simpatica Julia. Ormai Richard (nel frattempo diventato il più famoso testimonial della fede buddista, amico intimo del Dalai Lama), sopravvissuto a un matrimonio con la top model Cindy Crawford e ad ogni fantasioso gossip sulla sua presunta omosessualità, ha imparato ad accettare il suo rolo. E anche a giocarci, come è accaduto, on la complictà di Robert Altman, in Il Dr. T. e le donne. [...] L’età e la pratica dello yoga gli hanno addolcito il carattere, smussando i lati aggressivi, provocatori (sono lontanissimi i tempi in cui si calava i pantaloni in segno di disprezzo verso i giornalisti), facendo crescere la simpatia. [...] Gere in confronto ai colleghi, è molto più distaccato, meno ossessivo rispetto al lavoro. [...] Ha altre attività importanti, in primo luogo l’impegno nelle cause sociali e umanitarie, attraverso la Gere Foundation creata per aiutare il Dalai Lama e il Tibet. E bisogna riconoscere che la sua fede buddista risale a [...] ben prima che diventasse una moda per le star. Poi ci sono le passioni più personali: ”Come la musica, che è un vecchio amore, coltivato fin da ragazzo quando suonavo la tromba in un gruppo; o la fotografia, amore molto più recente [...]” [...]» (’D- la Repubblica delle Donne” 19/12/2000) • «[...] Affascinante, oh yes. Difetti compresi: occhi piccoli e naso patatone sono i dettagli che lo rendono più umano, altrimenti si dovrebbe sparargli. [...] ”[...] Fin da piccolo ho studiato tromba, il mio primo strumento, e pianoforte. Poi, da adolescente, sono passato alla chitarra. [...] il Dalai Lama [...] la prima volta che ci incontrammo: era l’81, e suo fratello mi presentò dicendo: ”Questo è Richard, fa l’attore’. Lui mi guardò e chiese: ”Che cosa fa un attore?’. Io rimasi spiazzato e tentai di dare qualche spiegazione. Ma lui insisteva: ”Vuoi dire che piangi davvero? Che ridi davvero?’. Con quelle domande è incominciato il nostro rapporto. [...]”» (Antonio Orlando, ”GQ” febbraio 2001) • «’Qual è il mio segreto? Il gel”, scherza Richard Gere, che divide con Robert Redford il titolo di migliore chioma maschile di Hollywood [...] ”[...] Sono un attore che ama essere coinvolto nei progetti, discuterli, analizzarli, capirli e se occorre rivoltarli, ma comunque adattarseli addosso [...]”» (Ron Evstar, ”Ciak” maggio 2002).