Varie, 1 marzo 2002
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GHEDINI Niccolò Padova 22 dicembre 1959. Politico. Penalista, è uno dei legali di Silvio Berlusconi
GHEDINI Niccolò Padova 22 dicembre 1959. Politico. Penalista, è uno dei legali di Silvio Berlusconi. Nel 2001 e 2008 eletto alla Camera, nel 2006 al Senato (Forza Italia, Pdl) • «Lo anima lo stesso spirito di Elio Vito: contraddice e contraddice, qualcosa resterà. Ma quanto il deputato Vito è sornione e spiritato, tanto lui è glaciale e rarefatto. lui, difensore di Silvio Berlusconi, quello che sta «facendo» il processo. il suo gelo naturale a rendere l’atmosfera dell’aula molto più pesante di quanto si possa immaginare [...] Non comunica buon umore, o gioia di vivere: da questo punto di vista, è l’esatto contrario – mentale e fisico – del suo più importante cliente. alto e sottile, un po’ curvo e molto magro, pallido come avorio. Con una bella voce, da dj del Nord Est, ma non la usa per badare al sodo, per contrastare l’accusa sulle bustarelle vere o false, date o prese. Ogni suo intervento sembra una metafora del vano scorrere del tempo. [...] Lo fa senza apparente partecipazione. Si dice che con la stessa facilità abbia superato tutti gli esami di giurisprudenza a Padova e, figlio d’arte, sia il socio e il cocco del penalista Piero Longo. Inchiodato alla sedia, lettore di atti che ad altri procurano la noia mortale, ha velocemente, e uscendo dall’anonimato, relegato nell’ombra la stella di altri avvocati berlusconiani. E ora, con l’ambizione poggiata su solide basi politiche, punta sempre più in alto. Alle scorse elezioni, come è successo per Gaetano Pecorella, altro penalista alle corte di Silvio Berlusconi, è stato candidato in Forza Italia. Ha preso 36.808 voti, ha vinto con il 47,6 per cento in provincia di Padova, è entrato nella commissione Giustizia e nella giunta per le autorizzazioni a procedere» (Piero Colaprico, ”la Repubblica”, 4/1/2001). «[...] Ghedini, che nella vita fa l’avvocato di Berlusconi, e nel tempo libero il deputato al Parlamento, appare in tv solo quando ci sono grane per il premier. Così, se per sbaglio lo intervistano sulla lunghezza delle gonne delle vigilesse, quando compare sullo schermo uno pensa subito: ”Ma che, hanno incriminato Berlusconi?”. Il fatto è che lui non se ne rende conto. E dunque continua a recitare la parte del legislatore disinteressato. [...] per esempio, spiegava che la legge ”salva Previti” va approvata ”in fretta” perché serve ”per la lotta alla mafia”. Argomento che potrebbe sostenere con una credibilità superiore a quella di Gatto Silvestro se nella sua carriera parlamentare avesse dedicato alla lotta contro la mafia non dico una proposta di legge, ma almeno una barzelletta alla buvette. Invece, anche a raschiare il fondo degli archivi elettronici, accoppiando ”mafia” e ”Ghedini” viene fuori una sola dichiarazione: ”Berlusconi non fa parte della mafia”. Possibile che non abbia una moglie, una zia o un cognato che alzino la cornetta e pietosamente lo avvertano, ”Niccolò, t’hanno sgamato”?» (Sebastiano Messina, ”la Repubblica” 5/10/2005).