Varie, 1 marzo 2002
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Giordana Marco
• Tullio Milano 1 ottobre 1950. Regista. Film: Pasolini-una storia italiana, I cento passi, La meglio gioventù ecc. • Che cosa conta nei suoi film? «La storia, l’elemento del racconto, la vita dei personaggi [...] Io sono curioso. Il cinema costruisce dei mondi: può essere una stanza, un quartiere, un paese [...] Una volta il cinema italiano aveva molti spettatori anche all’estero. Ora questo sta cominciando a succedere di nuovo. Io credo che il cinema sia una delle cose migliori, insieme con il vino e il cibo, che produce l’Italia. Mentre produce poca politica e poca filosofia [...] Non mi piacciono le cose che sono fatte per piacere o per far piacere [...] Il mio lavoro mi obbliga a una costante indagine, a una curiosità amorosa, mi tiene in continuo contatto con la realtà. Forse, se scrivessi o dipingessi, sarei più autonomo dalla realtà [...] Mi piace scoprire l’interprete giusto. In Italia ci sono attori molto bravi [...] In Italia non c’è rispetto per gli attori, perché sono ingiustamente considerati dei saltimbanchi oppure dei guitti. Non è come in Inghilterra o in Francia, dove quella dell’attore è considerata una professione vera [...] Andrei dovunque c’è un’occasione interessante e potrei lavorare dovunque. Ma, dal momento che conosco meglio l’Italia, non penso sia necessario andare altrove. Anche se sono molto vecchio, per qualche anno vorrei ancora fare il cinema, perché penso di poter fare qualcosa di buono [...] Vorrei vivere in un posto meno collerico e febbricitante. Vorrei vedere il sorriso di chi ha una temperatura corporea bassa» (Alain Elkann, ”La Stampa” 20/7/2003).