Varie, 1 marzo 2002
GIRONE
GIRONE Remo Asmara (Eritrea) 1 dicembre 1948. Attore. Nel ”71 arriva a Roma. Debutta nel cinema con il film Roma rivuole Cesare (1973) di Miklos Jancso e due anni dopo Marco Bellocchio gli affida il ruolo di protagonista ne Il gabbiano, presentato a Cannes. «Accademia d’arte drammatica Silvio D’Amico, 1971, esame di ammissione. Gli allievi scoprono dove i docenti nascondono i giudizi. Sulla scheda dell’aspirante attore Remo Girone, Orazio Costa ha appuntato: ”Sembra serio”. Deve aver cominciato a riflettere su se stesso, quel ragazzo arrivato dall’Eritrea. Studente di Economia e Commercio all’Asmara, dove aveva vissuto fino ai ventitre anni frequentando i filodrammatici, era arrivato a Bari per discutere la tesi. Poi il tentativo di entrare in Accademia. Fu preso. E addio università. ”Mia madre mi ha rinfacciato quel ”pezzo di carta’ fino al successo con La Piovra. E poi, ero già trentaquattrenne, ha iniziato con: ”Come mai Magalli non ti invita?’”. Quel giudizio di Costa la spronò a continuare? ”Da lui ho imparato la serietà. Bisogna essere seri. L’attore gioca come i bambini. I bambini sono seri quando il gioco li appassiona” [...] il Tano Cariddi de La Piovra, che ha interpretato per sei anni. ”è stato un ruolo importantissimo. E pur essendo un cattivo è rimasto nella memoria delle persone”. A quale battuta di Tano è affezionato? ”Tano è ancora giovane, ed è al capezzale del banchiere Antinari (Cuny). La nipote gli chiede: ”Ma lei, così giovane, perché sta sempre con lui?’. E Tano risponde: ”Per imparare’. Un giorno l’elettrauto mi disse: ”Mi è piaciuta quella battuta: oggi i giovani non vogliono più imparare’. In realtà Tano voleva apprendere le cose peggiori, però bisogna dire che era volenteroso!”. Nel suo mestiere quanto conta esser vissuto in Africa? ”Quando fai Cechov non ti rendi conto di cosa significhi per Astrov fare venti ”verste’ con un calessino. Gli attori russi guardano in platea come se nei loro occhi si vedesse quell’immensità. Io sapevo perché. E poi in Italia non avrei mai avuto la confidenza con il corpo che ho imparato lì. Andavamo a caccia e ci arrampicavamo ovunque [...] Per anni non ho creduto nel cinema. Mi sembrava che la carriera teatrale fosse più sicura. Ora sembra che sia la cosa più importante. Quando nacque la televisione Billy Wilder disse: ”Finalmente anche noi che facciamo il cinema abbiamo qualcuno da guardare dall’alto in basso’. Ecco, il teatro allora guardava il cinema dall’alto in basso”. Parliamo dei tempi delle avanguardie romane? ”Nella mia carriera ho fatto una mossa astuta. Si facevano spettacoli in cui non c’erano parole, era tutto giocato sul movimento del corpo e sulle scene. Perlini faceva spettacoli galleggianti sul Tevere. Bellissimo. Alcuni registi cominciarono a rivolgersi ad attori ”parlanti’. Vittoria mi portò da Giancarlo Sepe, e feci Accademia Ackermann. Cominciarono a notarmi: quando gli spettacoli sono ”poveri’ il critico vede le idee, gli attori”» (Paola Polidoro, ”Il Messaggero” 22/9/2007). «Dopo il diploma all’Accademia d’arte drammatica di Roma, ha affrontato numerose esperienze teatrali. Per il piccolo schermo ha impersonato nel 1979 Alexandr Kirsanov nello sceneggiato Che fare?, nel 1982 ha preso parte allo sceneggiato Delitto di Stato e nel 1987 a Lo scialo. Ma è stato soprattutto con l’interpretazione dello spietato Tano Cariddi ne La Piovra (dal 1987) che Girone ha conquistato un’enorme popolarità televisiva. Nel 1992 l’attore è stato protagonista dello sceneggiato Dalla notte all’alba e nel 1996 è stato il principale interprete del thriller pe la tv Morte di una strega, nel ruolo del fotoreporter Giovanni Riccardi. Nello stesso anno ha partecipato anche alla serie di Canale 5 Dio vede e provvede. Nel 1997 è stato protagonista della miniserie di Raiuno L’elefante bianco, nel 1999 è stato fra gli interpreti di Morte di una ragazza per bene, una fiction ispirata a un noto caso di cronaca. Nel 2000 ha fatto parte del cast di una nuova fiction Rai: Sospetti. Nel 2002 ha interpretato con Paolo Calissano e Anna Valle Per amore, miniserie di Canale 5» (Televisione, a cura di Aldo Grasso, Garzanti 2002). «[...] Specializzato in personaggi cattivi [...] ”Per fortuna, le proposte non si limitano ai malvagi, anche se poi sono questi i ruoli che mi hanno regalato i maggiori successi. Sotto il profilo dell’impegno recitativo i ”cattivi’ sono più ricchi di sfumature psicologiche e quindi più complessi da interpretare: danno maggiori soddisfazioni. Il problema è un altro: soprattutto in tv e al cinema, sono davvero pochi i copioni interessanti [...]”» (’Corriere della Sera” 6/1/2006). «Forse si accorgono che sono uno che pensa molto, e i buoni hanno pochi pensieri. Così arrivano alla conclusione che tanto buono non devo essere. E infatti non lo sono [...] sono un nevrotico, un agitato» (’La Stampa” 25/7/2004).