Varie, 1 marzo 2002
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Giussani Luciana
• Milano 19 aprile 1928, Milano 31 marzo 2001. Con la sorella Angela autrice del personaggio dei fumetti ”Diabolik”. «Parlare con lei era come farsi raccontare un pezzo di storia d’Italia, osservata dalle stanze di un appartamento milanese vicino alla Stazione Nord trasformato in fabbrica di idee. Non servivano troppe domande: lei chiedeva se il suo interlocutore avesse mai letto Diabolik, si informava sulle storie e sui personaggi preferiti, e poi si lasciava andare ai ricordi. Lei e la sorella Angela, moglie dell’editore Gino Sansoni e divoratrice di feuilletton francesi, che osservano il via vai dei pendolari e si inventano un fumetto a misura di viaggiatore: ”Piccolo e compatto, sembrava fatto apposta per essere letto da Milano a Saronno”. Quella k nata quasi per caso (’All’inizio pensavamo di chiamarlo Diabolicus”) e diventata un simbolo del male, da Kossiga agli Amerikani. Le crociate del pretore di Lodi (’che faceva ritirare le copie appena arrivate in edicola”), i sermoni perbenisti ”di Agostino Greggi, un deputato democristiano che ci accusava addirittura di fomentare i problemi sociali”. Le sceneggiature scritte a mano, su un quaderno a quadretti, i disegni controllati uno per uno, per decenni, ”perché Diabolik è un tipo pignolo e bisogna essere degni di lui”. Le lettere degli aspiranti collaboratori lette da cima a fondo, perché ”le buone idee possono arrivare dappertutto”. I fans insospettabili, ”come Dino Buzzati, che una volta mi confessò che aspettava con ansia le nostre uscite in edicola”. Le polemiche politiche, come quella successiva a un’avventura ambientata in Cina, l’unica in cui il ladro per antonomasia si è rifiutato di rubare: ”In questo paese - disse nell’ultima vignetta, con il solito sorriso di chi capisce tutto al primo sguardo - uno come me non avrebbe ragione di esistere...”» (Guido Tiberga, ”La Stampa” 21/4/2001).