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 2002  marzo 01 Venerdì calendario

GORI

GORI Giorgio Bergamo 24 marzo 1960. Manager tv. Imprenditore. sposato con Cristina Parodi • «[...] ha quell’aria da ragazzo di chi è stato un enfant prodige e non ha mai smesso di considerare il lavoro il gioco più divertente che gli sia mai capitato di giocare. Chissà quante trattative ha chiuso con successo nascondendo l’acciaio dietro il sorriso fanciullesco, fin da quando a 28 anni è diventato direttore dei palinsesti Mediaset e poi di Canale 5. Dal 2001 ha fondato e dirige la casa di produzione Magnolia, che fa guerra alle grosse multinazionali con prodotti come L’isola dei famosi, L’eredità e l’ultimo nato X Factor. [...]» (Raffaella Silipo, ”La Stampa” 13/4/2008) • «[...] ha un viso d’angelo ma quando si tratta di ascolti è famoso per il suo cuore di marmo [...] ha scalato in lungo e in largo le poltrone più importanti delle reti Mediaset. Secondo Lorenzo Pellicioli, il suo primo talent scout, sarebbe un grande direttore generale della Rai. Secondo Vittorio Feltri, il suo ex direttore, è un formidabile rompiscatole. Schivo e geloso del suo privato, per anni ha appeso davanti alla scrivania la scritta ”Sono un bergamasco”. ”Per non dimenticarmi le caratteristiche della mia gente: caparbietà, etica del lavoro e il principio di non mollare mai” [...] Una carriera folgorante, la sua. Quali sono stati gli uomini del suo destino? ”Lorenzo Pellicioli. Silvio Berlusconi. E, in senso negativo, Vittorio Feltri”. Cominciamo da lui. ”Feltri è uomo di un’antipatia assoluta. Il nostro primo incontro risale al ’78, quando ero un ragazzo impegnato e facevo degli editoriali di denuncia a ”Radio Bergamo’, dove c’era anche lui. Feltri mi disse di piantarla: ”Chi se ne frega della mafia. Elenca piuttosto la lista delle farmacie aperte’. Nell’83 ci siamo incontrati di nuovo a ”Bergamo oggi’, il giornale che lui dirigeva. Andò peggio: mi licenziò, raccontandomi un sacco di balle e che il cuore gli sanguinava nel perdermi. Ma io lo ringrazio perché mi costrinse a cercare altro. E qui entra in gioco Pellicioli [...] Lorenzo e io ci conosciamo dai tempi delle assemblee studentesche, quando eravamo dei piccoli leader politici. Cacciato da Feltri, cominciai a tampinare Pellicioli che era direttore generale di Rete 4. Non gli diedi tregua fin quando, esausto, mi offrì il posto di assistente del capo del palinsesto della sua rete. Era Carlo Freccero [...] un uomo stravagante, affascinante, che amava lavorare di notte”. Così la sua tenacia è stata premiata. ”Ma è stata la fortuna a darmi la vera spinta. Quando nell’agosto dell’84 Silvio Berlusconi compra Rete 4, io sono di nuovo a spasso, e tutto il mio lavoro finisce in uno scatolone. Inspiegabilmente Roberto Giovalli, allora responsabile dei tre palinsesti Fininvest [...] ci infila le mani e trova la mia relazione su un telefilm. A sorpresa arriva il contratto”. Da allora l’ascesa nel gruppo è inarrestabile. Diventa il cocco di Berlusconi? ”Mai stato. Con lui la storia è complicata. Non abbiamo mai avuto un rapporto intenso, affettuoso come quello che lo legava a Freccero e a Giovalli, che passava intere serate ad Arcore a parlare di vestiti e fidanzate. Berlusconi tende a creare rapporti filiali. Ma io un papà ce l’ho già. In realtà, il grande freddo nasce quando lui scende in campo [...] e non è stato facile perché in azienda c’era una sorta di chiamata alle armi. Per fortuna ero spalleggiato da gente più forte di me: Enrico Mentana, Maurizio Costanzo. Io volevo lavorare in un’azienda che fosse un patrimonio del paese, e non si collocasse né a destra, né a sinistra. [...] Nella mia vita ho preso botte dagli autonomi e dai fascisti. Sono socialista liberale [...]» (Denise Pardo, ”L’espresso” 9/11/2000) • Tra i suoi grandi successi Il Grande fratello: «Un’esperienza irripetibile, che mi ha coinvolto personalmente, in modo talmente profondo, da comunicarmi un senso di sazietà» (’La Stampa” 20/3/2001).