varie, 1 marzo 2002
GRANDI
GRANDI Irene Firenze 6 dicembre 1969. Cantante. Nel 2004 ha presentato il Festivalbar • «[...] nel 1992 [...] inizia la sua carriera di solista, e la sua potente voce attira l’attenzione di Dado Parisini, all’epoca produttore di Raf, con Un motivo maledetto [...] Nel 1993 [...] partecipa a Sanremo Giovani e nel ”94 al festival di Sanremo con Fuori, brano che riscuote un incredibile successo. Da lì Irene prende il volo [...]» (’Maxim” febbraio 2000). «Una faccia da ragazzina, due occhioni curiosi, un fisico minuto ma slanciato e morbido. E un’aria un po’ indifesa. [...] voce che trasmette energia [...] Mi piace tutta la muscia nuova, dai Massive Attack a Lenny Kravitz, a Beck. Sono affascinata dai suoni non facilmente etichettabili, dalle suggestioni etniche, ma anche dalle canzoni più ”ruspanti’ e nostrane, come quelle di Alex Britti [...] apprezzo Madonna, per il suo grande talento e la sua capacità di rinnovarsi. Senza sbagliarne una! [...] Se non riguardano proprio me, le mie canzoni parlano di vicende o di sentimenti che appartengono a una persona che conosco, come un amico o un’amica. Mi piace parlare di ciò che mi è familiare e sperimento ogni giorno sulla mia pelle [...]”» (Valeria Carones, ”Maxim” febbraio 2000). «La maggior parte delle sue canzoni sono rock, molto ”lanciate”, ma i testi, anche quando parlano d’amore, non sono banali. Ha successo per questo? ”Il pubblico, anche quello più giovane, fa molta attenzione alle parole, a differenza di quanto avviene in America, dove soltanto l’hip hop ha dei testi interessanti. Io punto anche sull’interpretazione, è importante per comunicare quello che si è, per raccontare una provocazione. Fare questo lavoro su di una canzone mi fa sentire più intelligente”. Canta l’amore con i suoi testi e con quelli di colleghi famosi, come Vasco Rossi e Gaetano Curreri» (Anna Langone, ”La Stampa” 24/7/2004). «[...] A 13 anni adoravo Sting, David Hume e quel folletto di Tom Hulce, forse perché aveva interpretato Amadeus. E poi Leroy Johnson, il ballerino nero di Fame. Oggi? Ewan McGregor [...]» (Antonio Orlando, ”GQ” maggio 2001).