Varie, 1 marzo 2002
GRECO
GRECO Alessandro Taranto 7 marzo 1972. Conduttore tv • «[...] nato e cresciuto a Taranto, ma ha sempre trascorso lunghi periodi a Tagliacozzo (provincia di L’Aquila) dove c’è la grande famiglia di mamma” [...] da grande che voleva fare? ”Il conduttore, intrattenitore, showman, Ma anche il pallavolista. Ho giocato a livello agonistico e sono arrivato fino in serie B. Fu mio padre a dirmi: ”Devi scegliere. O lo sport o lo spettacolo’”. Greco scelse lo spettacolo: radio private, piccole tv locali, e soprattutto feste di piazza. ”Avevo 15 anni quando ho cominciato a girare per le città durante l’estate [...] Facevo imitazioni. Il mio pezzo forte? Lino Banfi [...] nel 1992 il giovane comico partecipa come imitatore al programma di nuovi talenti Stasera mi butto e vince. Nel 1995 e 1996 viene chiamato a condurre i collegamenti esterni di Unomattina versione estiva. Da quel momento Alessandro dice di sentirsi ”sotto osservazione da parte dei dirigenti Rai”. E non ha torto visto che viene chiamato per le audizioni di Furore. Tra gli autori Raffaella Carrà e Sergio Japino, che presto diventano ”genitori putativi” [...]» (Maria Volpe, ”TvSette” 12/6/1997) • «[...] Scoperto da Raffaella Carrà e lanciato da Freccero su RaiDue [...] con Furore, ha provato un primo assaggio di popolarità [...] ”[...] io cerco di non fare solo il presentatore, ogni tanto accenno una canzoncina, cerco di diventare l’amico della gente [...] Ho iniziato a 15 anni con le feste di piazza, in Calabria, ho continuato nei locali, nelle discoteche. Quando sono arrivato a Roma [...] le possibilità sono aumentate, c’è stato Unomattina, ho fatto l’imitatore a Stasera mi butto. [...]” [...] Tra tutte le possibili carriere in tivù ha scelto proprio quella diventata, improvvisamente, tra le più difficili, presentatore in un programma di intrattenimento [...]» (Arturo Camilli, ”Il Venerdì” 14/11/1997) • «[...] Era il 2002 e il giovanissimo presentatore conduceva il programma Rai Furore. Uno show fatto di sfide fra squadre di vip impegnate nel canto, incitate da chiassosi spettatori e bacchettate dal mattatore della scena. Lui [...] dopo cinque edizioni in quattro anni, dal ”98 al 2002, si augurava di proseguire su quella scia: magari un sesto Furore, oppure chissà, Linea Verde, si vedeva bene in qualcosa di itinerante. Invece il vento è girato in senso opposto e la Rai ha messo in panchina anche lui. [...]» (Claudia Carucci, ”Corriere della Sera” 20/9/2005).