Varie, 1 marzo 2002
GREGGIO
GREGGIO Ezio Cossato (Biella) 7 aprile 1954. Comico. Conduttore di Striscia la notizia • «[...] Il padre era direttore di un’azienda tessile, mamma impiegata nella stessa. ”Loro, per la verità, immaginavano per me un futuro come bancario perché, mentre facevo l’università a Torino, lavoravo anche in banca. Però avevo pure messo su un’agenzia di pubblicità con un socio ed ero direttore di una pubblicazione sui filati. Insomma, ero l’umo più incasinato della terra. La passione è nata sui banchi di scuola: avevo rispolverato un vecchio show che si faceva nel mio istituto, a Biella. Ci fu il solito impresario teatrale che mi vide e mi chiamò a lavorare. Io volevo girare, a differenza di altri colleghi che sognavano solo di venire a Milano, al Derby. Fi così, andando in giro a far serate, che sperimentai un modo di essere in pubblico che mi è stato utile per affrontare questo mestiere. Il primo che mi diede un passaggio in tv fu Giancarlo Nicotra: mi offrì delle particine così piccole che i miei per vedermi dovevano usare una moviola” [...]» (Cristina Taglietti, ”Tv7” n. 3/1997) • Ha raccontato Antonio Ricci: «Correva l’anno 1983 e mi aggiravo per i corridoi di quello che stava diventando Canale 5 quando mi apparve questo disperato. E allora mi son ricordato di averlo già visto da qualche altra parte, e di esserne già stato scioccato: in un telegiornale della Rai, intervistato da Lello Bersani. Be’, lì c’era già tutto Ezio Greggio. Presentava il suo film a Cannes, Sbamm con due m... Questo attore assolutamente sconosciuto che aveva violato il tempio mi dava l’idea di uno che era entrato nel caveau di Fort Knox, che aveva rubato a Topkapi... [...] somiglia a Grillo e a Benigni. Gente che non dissipa, che sa dove vuole arrivare, che fa anche delle rinunce. Grillo ha scelto di non fare certe cose, e anche Ezio Greggio ha scelto di non buttarsi via, per esempio scartando la pubblicità, le televendite, certe trasmissioni... Sono stato testimone in continuazione di proposte che gli venivano rivolte: a mio parere oscene. Tanti le hanno accettate, ma lui ha avuto la tigna di dire di no. E anche il coraggio. Perché se ti viene lì Berlusconi e ti dice: tu assolutamente devi farmi un piacere... lui gli dice di no. Ma non è che glielo dice adesso: glielo dice [...] anni fa, che è diverso [...] Per i pubblicitari è diventato una minaccia. Mi ricordo quando le veline passavano con il cartello ”Filodoro’ per far pubblicità alle calze: lui si buttava sotto la scrivania finoa a quando non se ne andavano [...] m’incuriosiva perché lo sentivo vivo. Mentre altri, al Drive in, stavano lì senza rendersi ben conto di dov’erano, Ezio ne era perfettamente consapevole. E si stava costruendo il futuro. I comici erano divisi da una discriminante di ferro: c’erano quelli che stavano tra le macchine e quelli che salivano sul palco. Lui fremeva, rampante, ma non riusciva mai a fare il salto. Allora un giorno è venuto e mi ha detto: oh, io su quel palco ci devo salire! [...] E poi c’era il fatto della riconoscibilità. Il pubblico tendeva a confondere quelli del Drive in, perché non c’era mai occasione di autocitarsi. Ma lui fin dall’inizio si è messo una giacca con scritto Greggio sulla schiena. Però il massimo della greggiaggine Ezio Greggio come il petrolio lo raggiunge l’anno dopo. Un giorno lo scopro dentro la sala di montaggio: questo maiale aveva imparato a montare e stava... [...] era la sigla, la sigla! Era girata in maniera casuale, immagini e nomi dei personaggi erano giustapposti a casaccio. Insomma, lui ha fatto coincidere la sua immagine con la scritta Ezio Greggio [...] Rubava l’oggettistica... [...] gli serviva per fare l’asta tosta nelle serate. Una volta vedo passare un’enorme sagoma di Tonino Carino, e dietro come il Wil-coyote Greggio che se la porta via, che non so nemmeno come abbia fatto a cacciarla in macchina. Un’altra volta sono riuscito a penetrare nel suo antro e gli ho aperto il baule dell’attore, con cui andava in giro a fare gli spettacoli, e gli ho messo il miele nelle tasche... E poi ricordo una volta che Berlusconi era avvilitissimo perché Ezio aveva rifiutato il solito quiz: ”Capisci, questo mi dice di no, e poi vado per caso a una convention e lui mi sventola sotto il naso la mia pancera di Spadolini!”... [...] Sembra più cialtrone di altri, però è serissimo. Ne ho visti tanti di comici, forse anche più bravi di lui, conc erte configurazioni fisiche più caratteristiche della sua, che dopo si son persi... Ma lui è intelligente [...]» (Egle Santolini, ”Specchio” 21/2/1998) • «Insieme al resto della banda è in assoluto il personaggio televisivo più visto. E il bello è che a lui della tv non importa niente, ma proprio niente. Lo ammette, pure. Ma a dimostrarlo basterebbe il suo attivismo frenetico in questioni parallele. Per esempio […] una strana creatura che si chiama ”Festival Comedy in the World”, ovvero una sorta di Cannes del filmcommedia, che magari avrà un futuro luminoso oppure no, ma intanto non c’era e lui l’ha messa in piedi[…] Il ”rifiuto” della tv consiste in: niente telepromozioni, niente ospitate, niente progetti pensosi a cui lavorare per sfruttare il successo, niente format da lanciare, niente quiz da presentare, niente di niente, o quasi. ” esattamente quello che voglio”. Ma se lo può permettere solo grazie a Striscia, no? ”Ovvio, ma ditemi cosa c’è di male. Rinunciando a telepromozioni o a conduzioni facili ci rimetto una barca di soldi, ma una barca grande. Quelli che guadagno li investo in altre cose, quelle che mi piacciono. Vado a Trenta ore per la vita, perché è beneficenza, ma nella compagnia di giro non ci entro”. Finché dura… ”Striscia è un vestito che ormai ci va a pennello. E la macchina corre”. Dipende dagli spunti, no? Ogni tanto succede qualcosa, altre volte no. ”Lo sappiamo. Ma nei periodi di stanca basta mettersi a guardare la tv in maniera più approfondita e la trasmissione si fa da sola. Finché c’è la D’Eusanio in onda non ci sarà mai problema. Abbiamo scoperto che non solo gli ospiti sono taroccati ma che la D’Eusanio non è nemmeno la D’Eusanio”. E chi è? ” la Sampò clonata. Quanto a Luca Giurato...”. No, basta. Ma questa fissa del cinema leggero, della commedia, Mel Brooks e così via, ormai è una vita che... ”Una passione inestinguibile. Senta, è venuto Mario Monicelli a fare il presidente di giuria, sono venuti Sordi e la Cardinale, e il periodo è quello che è. Doveva essere un festival molto americano con un sacco di ospiti e può capire benissimo quanto abbiamo dovuto ridimensionare le attese. […] Se questo genere è regolarmente escluso dalle manifestazioni ufficiali, che c’è di male se qualcuno se ne occupa e prende a cuore la questione?”» (Antonio Dipollina, ”la Repubblica” 25/11/2001) • «Fin da ragazzo avevo preso un impegno preciso, ammiravo un attore come Danny Kaye, che a un certo punto della sua carriera ha deciso di dedicare parte del suo tempo a iniziative di beneficenza […] Ho sempre sognato l’America. A Hollywood i sogni diventano cinema» (Alain Elkann, ”La Stampa” 4/12/1995).