Varie, 1 marzo 2002
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Groening Matt
• Portland (Stati Uniti) 15 febbraio 1954. Autore dei Simpsons. «Sostiene di non aver avuto dubbi, fin dal primo giorno, che la serie televisiva animata The Simpsons, arrivata nel 2002 alla sua 14esima stagione sulla rete televisiva della Fox e al traguardo dei 300 episodi, sarebbe stata un enorme successo in America. Quello che non si aspettava era che la serie avrebbe preso d’assalto tutto il mondo, sarebbe andata in onda in 60 e avrebbe conquistato 8 Emmys, gli Oscar televisivi portando nelle tasche di Rupert Murdoch proprietario della Fox incalcolabili miliardi di dollari con la serie e il suo merchandising. Creati come sketch di 30 secondi all’interno del Tracy Ullman Show nel 1986 prima di diventare una serie vera e propria nel 1989, la famiglia Simpsons - il padre Homer, la moglie Margie e i loro tre figli, Bart, Lisa e Maggie, ha affrontato nel corso degli anni ogni situazione politica, sociale e religiosa. ”I Simpsons sono basati su una combinazione della mia famiglia e le classiche sitcom che guardavo da ragazzino, con le famiglie in cui la madre non lavorava e il padre poteva anche permettersi di essere uno sfaccendato ma era sempre il padre”, dice Groening. ”E oggi che sono padre mi identifico con Homer più che mai, sono sempre arrabbiato con i miei figli, a differenza dei primi tempi, in cui mi identificavo con i ragazzini. Per esempio c’è un episodio in cui Homer strangola Bart fino a che non può respirare e il resto della famiglia se ne frega. Come genitore sarei in galera se lo facessi!”. I Simpsons hanno fatto satira su tutto, dall’industria nucleare alla politica americana, dalla corsa al governatore della California ai predicatori religiosi con attive vite sessuali; il partito repubblicano ha i quartier generali in un castello come quello di Dracula – e Dracula stesso è membro del partito – ma il sindaco è un democratico che fa il filo a tutte le donne; e via via fino al 300esimo episodio, in cui Bart scopre che Homer aveva intascato e speso tutti i soldi che aveva guadagnato da bambino facendo una pubblicità e fa causa al padre per emanciparsi legalmente. Ma i creatori di Simpsons sanno che offendendo tutti alla fine non si offende nessuno: ”Certo ci sono certe cose che non puoi fare, per esempio parlare dell’11 settembre, ma sono sorpreso di quante cose puoi dire in televisione”, dice. La serie, spiega, funziona perchè al suo cuore c’è una famiglia che, per quanto nevrotica, è molto unita e i suoi personaggi non invecchiano mai; non solo, ma il look della serie, con i suoi personaggi gialli, è facilmente e immediatamente identificabile. Un team di venti persone, fra animatori e scrittori, realizzano ogni episodio di 30 minuti che richiede nove mesi di lavoro, dal concepimento dell’idea alla registrazione delle voci (una dozzina di attori fissi interpretano tutti i personaggi ma la serie ospita regolarmente anche voci famose, da Dustin Hoffman a Mick Jagger, da Marisa Tomei a Elvis Costello) ai disegni fino all’animazione finale prima di andare in onda. ”Dopo 300 episodi è sempre più difficile trovare qualcosa che non abbiamo già fatto”, ammette Groening. Inevitabile domandarsi come mai i Simpsons non siano ancora diventati un film per il grande schermo: ”Ovvio che ci abbiamo pensato, ma i Simpsons sono un’ottima serie televisiva e ne siamo fieri, esiterei a fare un film che non è altrettanto buono”, continua Groening. ”Se ci si pensa, quando mai c’è stato un bel film basato su un cartoon? Forse un giorno lo faremo, ma dovrà essere buono come lo show; e poi mi piace esitare perchè la Fox sbava per un film, mentre io vorrei creare un’altra serie ispirata ai Simpsons. Non siamo pronti per la pensione, vedremo chi la vince!”» (Silvia Bizio, ”la Repubblica” 7/20/2002).