Varie, 1 marzo 2002
GROSSO
GROSSO Fabio Roma 28 novembre 1977. Calciatore. Dal 2009/2010 alla Juventus. Con l’Inter ha vinto lo scudetto del 2007, con la nazionale i mondiali 2006 (si procurò il rigore che decise l’ottavo di finale con l’Australia; segnò al 118’ l’1-0 nella semifinale con la Germania; trasformò il rigore decisivo nella finale con la Francia). Lanciato dal Perugia, ha giocato anche nel Palermo e nel Lione (campione di Francia nel 2009) • « Corre all’impazzata dopo il gol che sblocca il risultato nei supplementari contro la Germania. Corre a perdifiato dopo il rigore decisivo nella finale Mondiale contro la Francia. Urla come urlò Tardelli. [...] Un giocatore dalla carriera decisamente fortunata, ma anche un giocatore arrivato al successo su una base di duro lavoro e atteggiamenti umili, passo dopo passo, partendo dal basso. Una bella rincorsa, la sua, più che una semplice corsa. Il ragazzo abruzzese parte dai blocchi di partenza del Renato Curi di Pescara, ovvero dal campionato di Eccellenza. Agisce in posizione più avanzata di adesso, fa il trequartista. Si vede subito che il passo è quello del calciatore di professione e infatti, dopo quattro anni tra i dilettanti, conquista un’opportunità in C2 grazie al Chieti, dove resta a lungo, dal ”98 al 2001. E dove conquista anche la promozione in serie C1. Altra tappa di avvicinamento. La svolta è dietro l’angolo: gli abili osservatori del Perugia lo scoprono, il buon Serse Cosmi lo lancia ad alto livello. Grosso gioca alla grande in serie A in tre stagioni con la maglia del club umbro. Tanto che viene anche convocato in Nazionale. A qualcuno può sembrare una circostanza casuale, invece non lo è affatto. Grosso corre, sulla fascia sinistra. Cosmi lo ha accolto come ala e lo convertito in terzino. Parte dalla difesa, ma sa trasformarsi in attaccante aggiunto. questo che lo rende unico. E così il Palermo di Zamparini lo convince a scendere in B, nel gennaio del 2004, per risalire assieme. Missione compiuta. [...]» (Luca Borioni, ”Tuttosport” 1/9/2009) • «[...] Quando ho lasciato Perugia per Palermo, in B, mi hanno preso per matto. In pochi mesi mi sono ripreso tutto, serie A e nazionale. [...] La prima volta che ho giocato con l’Italia, in Svizzera con Trapattoni, ero emozionato, non tenevo il passo. [...] nella Renato Curi partivo da trequartista, è lì che ho imparato a vedere la porta, a cercare anche qualche gol [...] a Perugia, mi sono trovato bene come quinto centrocampista a sinistra, poi ho imparato a muovermi sulla linea dei difensori. [...] A Palermo sono cresciuto molto, soprattutto sul piano tattico [...]”» (g. mor., ”la Repubblica” 5/9/2005).