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 2002  marzo 01 Venerdì calendario

GRUBER

GRUBER Lilli Ora (Bolzano) 19 aprile 1957. Giornalista. Ex Rai, dal 2008 conduttrice di 8? (La7). Nel 2004 eletta al Parlamento europeo (Ulivo) • «Il debutto in una piccola emittente, poi il precariato Rai, l´assunzione. Buca il video, brucia le tappe. Nel 1987 è già al Tg2, anchorwoman della televisione pubblica. Tre anni dopo, eccola al Tg1 di Vespa, la sua conduzione ”di sbieco” diventa un cult, i suoi servizi da Berlino e da Amman fanno audience, il suo nudo integrale (rubato) nella calda estate sarda del ”92 anima le cronache» (Alessandra Longo, ”la Repubblica” 9/5/2004) • «Si dice abbia la dote di bucare il video.[...] figlia della Bassa Atesina, dove le durezze montane del Sudtirolo e il dialetto tedesco si stemperano nella valle dell’Adige che comincia a aprirsi verso sud e nel dialetto trentino, mostra di preferire le ore stese sullo sdraio al mare, soprattutto quello sardo di Torre delle Stelle dove il padre [...] aveva una villa, villa all’interno della quale una decina di anni fa lei fu sorpresa mentre prendeva il sole nuda da un fotografo che pagò carissimo, con un risarcimento da decine e decine di milioni, lo scoop intrusivo e irrispettoso della privacy. [...] all’anagrafe si chiama Dietlinde, è figlia di un imprenditore di lingua tedesca che aveva una industria (la Tiger) di macchine edili, ha patito la separazione dei genitori ed è cresciuta con i due fratelli maggiori ad Egna frequentando l’istituto delle suore Marcelline, la scuola bene di Bolzano, dal quale uscì con il chiodo fisso di fare la giornalista, professione cominciata in un paio di televisioni locali prima del passaggio alla Rai di Bolzano e da lì a Roma. [...] Come scrisse un giorno Giancarlo Perna (che della nostra in tivù ha sempre contestato che ”appena parlava di Silvio e della destra metteva il broncetto”) Lilli ha avuto un periodo castano (colore originale della chioma, con sfumature tizianesche), uno rosso e uno biondo, successivamente abbandonato per tornare al colore preferito» (Gian Antonio Stella, ”Corriere della Sera” 24/5/2004). «Volevo fare un mestiere che conciliasse la creatività con l’impegno intellettuale e sociale, e poi sono sempre stata una persona curiosa. E visto che scrivevo bene, pensavo che il mestiere di giornalista facesse per me. […] Vengo da una minoranza etnico linguistica e certo non è stato facile da ragazzina essere chiamata ”tedesca” in una città come Verona, quindici anni dopo la guerra, quando in Alto-Adige scoppiavano le bombe dei sud-tirolesi […] Sono bilingue italiano-tedesco, e parlo bene inglese e francese […] Le città che amo molto sono Baghdad e New York […] Mi danno fastidio l’approssimazione e l’improvvisazione che però in certe circostanze sono anche delle qualità […] Ho avuto fortuna ma ho anche faticato e lavorato tanto» (Alain Elkann, ”La Stampa” 13/4/1997). «Fu un craxiano a lanciarla, Ghirelli. ”Cercava in provincia volti nuovi per il Tg2. Tu si’ ”na signora austriaca, mi disse. Poi, quando mi vide alla prova: tu si’ ”n animale televisivo”. Era fatta. [...] ”Io mi sento davvero europea. Sono italiana, ho sposato un francese, un collega della France Presse che vive a Parigi, parlo inglese per lavoro, la mia lingua madre è il tedesco”. I nomi di famiglia li ha scelti Tante Auguste, la zia germanista appassionata alla saga dei Nibelunghi: Winfried il fratello, Friederiche la sorella. Lei, Dietlinde. ”Vengo da una famiglia di imprenditori, cattolica, certo non di sinistra. Borghesia illuminata però: tollerante, aperta. Qui hai le tue radici, mi hanno detto, da qui potrai partire per il mondo» (Aldo Cazzullo, ”Corriere della Sera” 9/6/2004).