e. d. su Il Venerdì di Repubblica del 1/3/2002, 1 marzo 2002
I coccodrilli sono capaci di piangere: dispongono infatti di una ghiandola lacrimale e hanno bisogno di mantenere umida la superficie dell’occhio, almeno quando sono sulla terraferma
I coccodrilli sono capaci di piangere: dispongono infatti di una ghiandola lacrimale e hanno bisogno di mantenere umida la superficie dell’occhio, almeno quando sono sulla terraferma. Piangendo inoltre eliminano i sali in circolazione nel corpo, che non possono trasudare attraverso la pelle robusta. Visto che l’alimentazione, a base di pesce, è ricca di sale, la lacrimazione dev’essere abbondante, anche perché limitata ai periodi trascorsi all’asciutto (in acqua invece l’occhio è protetto da una membrana semitrasparente). Comunque il mito del coccodrillo che piange pentito per i misfatti commessi è molto antico: la prima traccia risale al XIII secolo. In uno scritto del monaco Bartholomeus Anglicus si legge infatti: «Se il coccodrillo trova un uomo al bordo dell’acqua o su una roccia, lo sbrana subito e poi comincia a piangere, prima di aver finito d’ingoiarlo».