1 marzo 2002
Tags : Eteri Gvazava
Gvazava Eteri
• . Nata ad Omsk (Russia) nel 1969. Cantante lirica. Siberiana. «Pervenuta rapidamente ad una fama planetaria dopo aver interpretato la Traviata televisiva diretta da Zubin Mehta e girata nei luoghi della Parigi ottocentesca, si rivela un’artista completa: accanto al teatro, infatti, pratica anche la musica da camera e, tra l’immenso repertorio di quest’ultima, sceglie pagine meno note, talvolta addirittura sconosciute, rinunciando a fare la grande attrice per servire la musica con affetto e grazia. [...] Alta, leggera, con un volto da ragazzina, i capelli bruni raccolti in una treccia, Eteri Gvazava sa cogliere molto bene lo spirito di questo repertorio. I testi, di Pushkin, Aleksej Tolstoi, Apuchtin, Rathaus, Acmatova ecc., sono zeppi di immagini naturalistiche: la poesia del paesaggio, messo in relazione con gli stati d’animo, è al centro dell’interesse, e la musica insegue i flussi delle acque, il soffio dei venti, la luce dell’alba e del tramonto, lucchichii, oscurità, i fragori del mare, i canti degli uccelli. Tutto, in Glinka e in Ciaikovskij, in Rimskij e in Rachmaninoff, è sempre molto suadente: la voce melodizza con grazia, il pianoforte la sostiene, sovente accarezzandola. I russi non chiedono, evidentemente, alla lirica da camera la potenza introspettiva del Lied tedesco: questa musica tende al gesto teatrale, proiettata verso un immaginario che sta fuori, più che dentro l’animo umano. Con un’eccezione, però: quella di Prokof’ev. Le sue liriche sono davvero forti, richiedono un cantante che sappia fissare le immagini interiori e le traduca con fermezza e intensità. Proprio quello che Eteri Gvazava ha saputo fare» (Paolo Gallarati, ”La Stampa” 7/11/2003). «Aspetto il mio principe. Perché anche se vengo dalla Siberia, il mio cuore è caldo, appassionato [...] Sono stata catapultata a Karlshrue dopo aver vinto un concorso a Novosibirsk dove studiavo in conservatorio. Non avrei mai pensato di lasciare la Russia, né di diventare una vera cantante lirica. Ho imparato l’italiano, il tedesco, il francese sui libri in poco tempo, ma quella che amo di più è la vostra lingua [...] Mi mancano l’aria e le atmosfere russe. Anche se questo per il mio paese è un periodo difficile, la mia resta una grande nazione e io spero che trovi la strada di una disciplinata libertà. Meno male che mia madre viene spesso in Germania [...] Mozart cura la mia voce. Verdi cura la mia anima. Ma io sono essenzialmente una cantante mozartiana. Canto Fiordiligi, Pamina, Donna Anna, Donna Elvira, anche perché Mozart è moderno e divertente. Di Verdi invece mi colpisce l’umanità, il grande respiro romantico [...] Vorrei fare l’attrice, recitare Puskin. Recitare è la mia passione e in futuro, forse, mi dedicherò alla regia» (’La Stampa” 6/5/2001).