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 2002  marzo 01 Venerdì calendario

Hawn Goldie

• . Nata a Washington (Stati Uniti) il 21 novembre 1945. Attrice. «Il padre è musicista presbiteriano, la madre, ebrea, possiede una gioielleria e dirige una scuola di ballo. A tre anni prende la prima lezione di danza, più avanti studia anche arte drammatica. A sedici anni debutta nel ruolo della Giulietta shakespiriana con la Virginia Stage Company. Si iscrive all’American University per seguire i corsi di teatro, ma interrompe per spostarsi a New York, dove entra nel corpo di ballo per le riprese del musical Kiss Me Kate e Guys and Dolls. Ha un ottimo rapporto con la tv. Tra il ’68 e il ’70 riscuote successo con il programma Laugh-In. Nel 1997, infine, firma una regia: Hope. Frizzante anche nella vita coniugale, Goldie Hawn ha avuto tre mariti: Gus Trikonis, dal ’69 al ’73, Bruno Wintzell, dal ’73 fino a data imprecisata, e Bill Hudson (’76-’79). Dal 1983 convive con l’attore Kurt Russell. Afferma: ”Oggi la monogamia è impossibile per entrambi i sessi. Io non conosco nessuno che sia fedele o che desideri esserlo” [...] stata la persona giusta nel luogo e nel momento giusti. Il suo primo film, The One and Only, Genuine Original Family Band è del ’68. Femminismo e rivolta studentesca sono i leitmotiv del momento, e quella ragazzina dalla capigliatura bionda a casco di banana, cervello agile e un po’ bizzarro dietro due occhi azzurri grandi come i fanali di una Packard, ne sembra l’icona ideale. La parte assegnatale è di poco peso, ma quanto basta perché l’anno seguente, sui titoli di testa di Fiore di cactus, appaia la dicitura ”Introducing Goldie Hawn as Toni”. La sua bravura le consente di tenere testa a Walter Matthau e Ingrid Bergman. Per la Hawn è un trionfo: Golden Globe e Oscar. Nel ’70 è protagonista di Mi è caduta una ragazza nel piatto, con Sellers. A questo punto l’immagine che le dà il successo potrebbe diventare ripetitiva. Cambia marcia in Sugarland Express (’74), di Spielberg. In fuga con il marito evaso, alla ricerca del figlio lasciato in affidamento, non c’è spazio per i frizzi di sempre; sembra che emergano inattese doti drammatiche. Sembra, perché il ruolo della pazzerella finta tonta le rimane sempre appiccicato; forse il pubblico la vuole così, forse l’automatismo le rende tutto più facile» (100 Indimenticabili, supplemento a ”Ciak” ottobre 2000).