nn, 1 marzo 2002
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HEINEKEN Alfred. Nato ad Amsterdam (Olanda) il 4 novembre 1923, morto a Noordwijk (Olanda) il 3 gennaio 2002
HEINEKEN Alfred. Nato ad Amsterdam (Olanda) il 4 novembre 1923, morto a Noordwijk (Olanda) il 3 gennaio 2002. «Molti pensavano che fosse tedesco. Forse anche qualche tedesco, visto che il quotidiano ”Die Welt”, alla notizia della sua morte avvenuta all’una del mattino, ha modificato la seconda edizione come nelle grandi occasioni. E invece il re della birra, era olandese, e da quando era stato rapito, nel 1983, dirigeva l’azienda di famiglia dalle sue residenze estive - Saint-Moritz, Perroy, Antibes - o dal suo yacht, il ”Something Cool”, sul quale ospitava spesso la regina Beatrice d’Olanda, grande amica. [...] Cominciò la carriera facendo consegne a domicilio per la catena di birrerie fondate dal nonno nel 1863. In una delle rare interviste rilasciate negli ultimi anni - al giornale belga ”Le Soir” - confessò che una delle ragioni che più contribuì al successo dell’impresa era stata un’educazione rigida, ”improntata a un ferreo spirito calvinista”, che aveva cercato di trasmettere anche ai figli ”per garantire una prosecuzione della fortuna negli affari”. La svolta, per il giovane Heineken, arrivò nel 1946, quando partì per l’America con l’idea di studiare il mercato americano e dove rimase fino al 1949. Al suo ritorno propose al padre una serie di piccole innovazioni da introdurre gradualmente nell’impresa di famiglia, che già aveva subìto un’importante trasformazione, da catena di birrerie a produttori di birra. Nel 1971 Freddy prese la guida dell’azienda e il marchio Heineken cominciò a fare il giro del mondo, fino a raggiungere, oggi, più di 170 paesi e un fatturato annuo di 700 milioni di euro. ”Non vendo birra, ma gioia”, ripeteva spesso. Poi il rapimento, nel 1983, ad arrestare una vita fatta di grande mondanità, di amicizie illustri, di barche, macchine e donne bellissime. Dopo quell’esperienza, che durò per tre settimane, fino a quando la famiglia non pagò il riscatto di 35 milioni di fiorini (circa 15 milioni di euro), Heineken scomparve dalla scena pubblica, concedendosi solo raramente a interviste e sfuggendo i riflettori a bordo del ”Something Cool”. I rapitori furono catturati, ma del denaro non si è più avuta nessuna traccia. Rimase alla guida del consiglio di amministrazione Heineken fino al 1985 e mantenne la presidenza per altri quattro anni da allora. Il testimone passa oggi alla figlia Charlene de Carvalho, avuta dall’americana Lucile Cummins, che Freddy sposò durante il soggiorno giovanile negli Stati Uniti. Negli ultimi anni, stando ad alcune testimonianze, il brillante Freddy Heineken si era fatto più cupo. Sfuggiva la compagnia di estranei ed era ossessionato dalla paura di non essere al sicuro. La sua casa nel cuore di Amsterdam era stata dotata di misure di sicurezza talmente articolate da farsi inaccessibile anche per lui. Per questo preferiva, tra tutte, la villa nel sud della Francia, dove trascorreva periodi sempre più lunghi, visitato solo dai familiari stretti. Ogni tanto tornava a Saint-Moritz, rifiutandosi però di prendere il caffè all’Hilton, ”perché il prezzo è scandaloso”. Non disdegnava il vino, ma la birra era per lui molto più che una bibita. ”Non potrei vivere senza - disse una volta - anche perché senza di lei non sarei nessuno”» (’La Stampa” 5/1/2002).