Varie, 1 marzo 2002
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Helguera Ivan
• Santander (Spagna) 28 marzo 1975. Ex calciatore. Col Real Madrid vinse due Champions League: 1999/2000, 2001/2002. Giocò anche nella Roma (1997/1998) • «[...] infanzia segnata dalla Quinta del Buitre. La sua fortuna è di incontrare quello straordinario scopritore di talenti che risponde al nome di Laureano Ruiz, che fa diventare il vivaio del Racing Santander una fucina impressionante di campioncini. Negli otto anni passati nel club cantabro Ivan Helguera cresce, tra gli altri, con Ivan De La Peña e con Pedro Munitis. Finita la tutela, viene mandato a camminare con le sue gambe per un paio di mesi tra i dilettanti del Revilla e poi - siamo nel ’95 - in quarta divisione nel Manchego [...] Conquista, giocando da centrocampista, la promozione e fa il salto di categoria, in 2^B: ci gioca solo tre mesi perché a dicembre nel mercato invernale fa le valigie verso il capoluogo, Albacete [...] un intraprendente procuratore italiano, che ha appena portato Christian Vieri in Spagna all’Atletico Madrid, riesce a piazzarlo sul mercato del nostro campionato convincendo Giorgio Perinetti e il presidente Franco Sensi a fargli vestire la maglia della Roma: sulla carta deve essere l’alternativa a Gigi Di Biagio. Helguera arriva al raduno di Trigoria il 14 luglio ’97 in un clima di contestazione a Sensi e alla dirigenza giallorossa. Ci sono sei giocatori fuori rosa [...] Tensioni dentro e fuori lo spogliatoio, Helguera conosce i duri metodi di allenamento di Zeman [...] Di Biagio è titolare indiscutibile [...] Alla fine il ventiduenne giocatore spagnolo collezionerà solo 8 presenze [...] il 30 agosto ’98 Ivan Helguera fa il sospirato debutto con la maglia dell’Espanyol, 2-1 sul Tenerife, lo ha voluto con sé Marcelo Bielsa [...] Nell’Espanyol Ivan Helguera gioca nel ruolo di libero e conquista grazie a Camacho la nazionale, guarda caso, proprio in Italia a Salerno allo stadio Arechi nell’amichevole del 18 novembre ’98 contro gli azzurri di Zoff: finisce 2-2 e Ivan Helguera gioca tutto il secondo tempo a centrocampo entrando al posto di Engonga, lasciando sbalorditi quelli che fino a pochi mesi prima erano i suoi compagni come Tommasi, Di Biagio, Di Francesco, Totti, che mai avrebbero pensato di trovarselo avversario in nazionale. Sono cifre sbalorditive quelle della sua stagione al Montjuic: salta una sola partita delle 38 di campionato e recupera palla ben 756 volte! Anticipo, senso della posizione e colpo di testa le sue armi migliori, che convincono Pirri a portarlo al Real Madrid di Toschak per 14 miliardi. Il debutto in maglia bianca davanti al pubblico madridista avviene a fine agosto al Trofeo Bernabeu: l’avversario è il Milan di Zaccheroni, finisce 4-2 e Ivan Helguera fa gol a Sebastiano Rossi. La stagione ufficiale però comincia malissimo: una sola vittoria nelle prime dieci giornate di campionato! A fine ottobre il Real Madrid è 11° in classifica, addirittura retrocesso al ruolo di terza squadra della capitale... Paga per tutti l’allenatore gallese, sostituito da Del Bosque [...] Del Bosque [...] inventa la mossa decisiva: sposta nel ruolo di libero Ivan Helguera e grazie a questa mossa la difesa madridista ritrova sicurezza [...] diventa campione d’Europa [...]» (Nando Sanvito, “Eurocalcio” giugno 2001). «La consegna è quella di coprirgli le spalle. In campo, certamente; e forse pure per la strada, in casa, in bagno. La missione è proteggere la star . che potrebbe essere Whitney Houston, ma invece è Zidane - e quelli che gli stanno intorno. L’importante è la sua incolumità, la sua sicurezza, la sua serenità. Per questo, lui - che dovrebbe essere Kevin Costner, ma è Ivan Helguera - lo guida, lo scorta, lo difende; e lo fa con discrezione, senza darlo troppo a vedere, ma con fermezza e senso della disciplina. Così la star, che all’inizio sembrava nervosa e a disagio, ritrova l’ispirazione e ricomincia a trionfare davanti alle platee di tutto il mondo. [...] L’idillio, insomma, è sbocciato. Tra Helguera e Zidane, tra Zidane e Madrid, tra (il Real) Madrid e il pubblico di tutto il mondo. Dunque, per sillogismo, tra Helguera e il mondo. [...] Curioso, comunque, che sia stato proprio lui a farsi garante del rigore tattico, a diventare il centro di gravità permanente della squadra, quando più volte in passato era stato rimproverato da critica e pubblico di essere un istintivo, un anarchcio, un egoista [...] segnava parecchio, era molto più vistoso, persino più decisivo, almeno in apparenza. Eppure, dopo varie dimostrazioni di indisciplina - tattica e non - e un paio di scriteriate sortite in area altrui costarono al Real Madrid altrettante reti, Vicente Del Bosque non ebbe nessuna remora a castigarlo con la panchina. Una punizione che Helguera non accettò di buon grado, ma che forse è stata la chiave per inquadrare il suo ruolo e ritagliargli addosso l’ennesimo ruolo. [...] non riuscì a legare con Zeman. In compenso, il boemo lo costringeva ogni giorno a salire e scendere le scale con venti chili sulla schiena, e un paio di volte la settimana gli prescriveva 45-50 minuti di corsa consecutivi così da farlo arrivare spompato alla domenica. Inevitabile, così, che gli unici ricordi positivi di Roma siano i negozi di moda [...]» (Andrea De Benedetti, “Guerin Sportivo” n. 4/2002).