Varie, 1 marzo 2002
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Herzigova Eva
• Litvinov (Repubblica Ceca) 10 marzo 1973. Modella. «Un metro e ottanta di altezza, 60 chili di peso, scarpe numero 41 [...] la pubblicità a quella marca di reggiseno famoso per il suo effetto rassodante su chi lo indossa [...] quella foto diventata manifesto in tutto il mondo (slogan: ”Guardami negli occhi. Ho detto negli occhi”; risultato: nove milioni di pezzi venduti in tutta Europa). Prima del reggiseno c’erano stati gli spot del Campari [...] Figlia di un minatore e di una segretaria, ama raccontare di un’infanzia povera ma felice negli ultimi anni della Cecoslovacchia comunista. Fino a quando, un bel giorno, andò da Litvinov, il suo paese natale, a Praga in visita a un’amica. La quale si era iscritta a un concorso di bellezza e convinse Eva a partecipare. Risultato: la Herzigova vince e vola verso Parigi, proprio lei che era andata all’estero solo per fare le vacanze in Bulgaria con mamma, papà e due fratelli. Per parte sua, l’amica del cuore le toglie il saluto dalla rabbia e dall’invidia. Un’invidia che Eva non riesce a spiegarsi: ”Al mio paese di bionde , alte e con gli occhi azzurri ce ne sono tantissime. Io sono stata solo più fortunata”. [...]» (Tommaso Pellizzari, ”Sette” n. 20/1997) • «Mi piace vivere in tutto il mondo. […] Mi piace moltissimo Roma, anche Napoli non è male […] In Italia sono molto felice, anche perché mi piace moltissimo mangiare e la cucina italiana è squisita. Quando vengo in Italia, ingrasso di quattro o cinque chili […] Mi piace Versace, poi la Levi’s Jeans, Prada, Snow Board. Insomma prediligo l’abbigliamento sportivo […] Le partite di hockey su ghiaccio mi piacciono moltissimo […] Quando lavoro telefono a mia madre tutti i giorni ovunque mi trovi» (Alain Elkann, ”La Stampa” 27/12/1998) • «Considera Torino la sua seconda casa, dove passare gran parte del tempo libero e lavorare a nuovi progetti. Tanto che insieme col fidanzato Gregorio Marsiaj ha anche preso un appartamento che si affaccia sul Po. Ma stare con le mani in mano non fa per lei. [...] All’ombra della Mole ha concepito una seconda vita. Quella di stilista. Ha creato una linea di 25 capi cult da mare-bikini, interi e complementi da spiaggia, che dal 2004 porterà il suo nome. In più sta disegnando una miniserie di ”ballerine” per la Sabelt, azienda di famiglia del suo compagno che produce calzature sportive (e cinture di sicurezza). ”Dal mondo della moda non uscirò mai, perché mi piace e mi ha insegnato tante cose che posso mettere a frutto. Nel frattempo faccio anche l’attrice [...] Noi modelle siamo camaleontiche, ci abituiamo in fretta a calarci nello spirito di questa o quella collezione, in pratica recitiamo vari stili. Il cinema, quindi, diventa un passaggio naturale [...] Ho scelto i costumi da bagno perché fin da ragazzina mi facevo i due pezzi e qualche vestito. Seguendo i cartamodelli di Burda cucivo i capi con una vecchia macchina della nonna, a pedale. Un catafalco che poi mio padre ha fatto diventare elettrica. Non ho seguito scuole di figurinismo o altro, ma dopo tanti anni di défilé so come devono essere realizzati i capi per migliorare il corpo delle donne e renderle sensuali. Gli abiti sono troppo soggetti ai capricci delle mode, i costumi invece no. Io adoro la pulizia delle linee, sono allergica ai trend esasperati. Ho cercato quindi di applicare questi concetti ai miei modelli che saranno molto colorati ma semplici [...] Tifo per la Juve, sono una fan di Nedved. La persona più di classe che abbia mai conosciuto era torinese, il vostro Avvocato. L’ho incontrato a Venezia nel ”98 all’Harris Bar, in occasione del calendario Pirelli. Appena l’ho visto ho capito perché tutti ne subivano il fascino”» (Antonella Amapane, ”La Stampa” 20/8/2003).