varie, 1 marzo 2002
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Heston Charlton
• (John Charlton Carter) Evanston (Stati Uniti) 4 ottobre 1924, Los Angeles (Stati Uniti) 6 aprile 2008. Attore. Oscar 1959 come miglior protagonista per Ben Hur. «Una vita e una carriera da “duro”, amico e sostenitore di Ronald Reagan, deve al suo fisico atletico e roccioso la sua fortuna cinematografica, almeno agli esordi. Fu notato, e scritturato, perché ritenuto ideale per i kolossal storici che Hollywood, negli anni Cinquanta, produsse in grande quantità. Dopo aver iniziato in un paio di western non esattamente di livello, ottenne fama e onori grazie ai Dieci Comandamenti di Cecil B. De Mille, seguito da L’infernale Quinlan di Orson Welles e quindi del mitico Ben Hur di William Wyler, per il quale vinse l’Oscar come miglior protagonista. Muscoli guizzanti e poderosi, mascella quadrata e un’altezza notevole, stava benissimo in peplo e calzari ma questo non bastò per garantirgli la parte in Giulio Cesare di Joseph L. Mankiewicz, che gli preferì Marlon Brando. In tutto girò 150 film, due da regista: All’ombra delle Piramidi nel 1973 e I predatori della vena d’oro dell’82. Da sempre impegnato politicamente ha ricoperto incarichi sindacali come Presidente del Sindacato degli attori e poi dell’American Film Institut, oltre ad aver lottato, negli anni ’60 per il movimento dei Diritti Civili, al fianco di Martin Luther King. In patria è molto popolare anche perché dal ’98 è il Presidente della National Rifle Association, potentissima lobby americana delle armi, sostenitrice dei diritto dei cittadini a difendersi da soli. Dal lontano 1944 è sposato con Lydia Clarke» (“la Repubblica” 10/8/2002). «Per sua fortuna, quando negli anni ’50 Hollywood ebbe bisogno per i suoi epici kolossal storici di un attore dal viso maschio e dallo sguardo perduto lontano, Charlton Heston aveva i muscoli oliati a dovere ed era l’uomo sul set giusto [...] studi di arte drammatica che gli avevano reso familiare Shakespeare [...] erede di Victor Mature, passerà agli annali come il muscoloso, religioso e apocalittico eroe delle più grandi storie mai raccontate [...] si permise salti nel tempo. Come quando accettò nel ’61 il ruolo di El Cid nella Spagna dell’XI secolo occupata dagli arabi [...] Michelangelo che affresca la Cappella Sistina in Il tormento e l’estasi, ’65. Ebbe buon fiuto nella scelta dei registi [...] Passò il secondo tempo della sua carriera a dimostrare che non era solo un guidatore di bighe [...] L’ultimo capitolo è fantascientifico: Il pianeta delle scimmie di Schaffner, ’68 [...] ma il pezzo migliore è 2022: i sopravvissuti di Fleischer, ’73. E infine, anche qualche puntata catastrofica [...]» (100 star, supplemento a “Ciak” giugno 2000).