Varie, 1 marzo 2002
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Hill Julia
• Jonesboro (Stati Uniti) 18 febbraio 1974 • «È vissuta 738 giorni a 60 metri da terra. Salita tra i rami di Luna, una immensa sequoia, il 10 dicembre 1997 ne è scesa due anni dopo. Dopo un grave incidente che le ha quasi tolto la vita e l’ha spinta a iniziare un viaggio spirituale, si è offerta volontaria per salire su Luna, nel parco delle sequoie giganti della contea di Humboldt, nord California, minacciate dalle motoseghe dell’azienda di legname Pacific Lumber, durante la campagna di Earth first!, organizzazione ambientalista che cerca di difendere gli alberi dall’abbattimento facendovi salire persone a turno per una settimana. E prende il nome di Butterfly, farfalla, una metafora del suo cambiamento: il bruco vive bene nel suo bozzolo comodo ma per liberarsi si deve trasformare in farfalla, e deve riuscire a volare da solo. “Sono stati due anni difficili, per il freddo e i duri inverni - racconta - ma soprattutto perché dai rami di Luna io vedevo morire le altre sequoie abbattute e ancora adesso mi viene da piangere a ripensarci […] Io dico sempre alle persone che quello che mi sostiene è l’amore, perché non c’è nessuna forza superiore all’abilità del nostro cuore. La parola coraggio deriva proprio da questo, da cuore. Quando si sente che una persona fa un atto coraggioso, è sempre perché ama un animale, una persona, o la natura. È quello che fa la differenza e la spinge un po’ più in là […] Con le autorità della California e con la Pacific Lumber abbiamo raggiunto un accordo che prevede la sopravvivenza di Luna e dell’area che la circonda. Luna è diventata il simbolo della speranza, dei mezzi pacifici di risoluzione dei conflitti. Una volta scesa, io ho fondato il Circle of Life Foundation, per la salvaguardia degli ecosistemi forestali, e credo che tutti dobbiamo fare qualcosa, trovare il nostro modo di impegnarci perché le nostre città, le nostre comunità siano più belle e vivano bene. E la natura ha un grande ruolo in questo […] Io credo che il fatto di fare uno sforzo sia già un grande successo. Troppe persone si nascondono dietro la scusa che non serve a nulla muoversi e agire. Quando io stavo sull’albero, hanno fatto di tutto per tirarmi giù. Non potevano raggiungermi dal basso perché ero salita troppo in alto, allora hanno provato a raggiungermi con un elicottero, ma anche quello non ha funzionato. Hanno cercato di impedire ai miei amici di farmi avere cibo e hanno tentato di impedirmi di dormire. Ma io ho resistito. Alla fine abbiamo raggiunto alcuni accordi, come ad esempio l’ordinanza comunale che prevede un minimo quantitativo di chiome verdi per ciascuna cittadina […] Assieme ad altre donne abbiamo fondato il gruppo delle ‘donne irragionevoli’, perché essere ragionevoli negli Stati Uniti significa essere posate e comportarsi sempre bene e accettare di non prendere mai posizioni forti”»(Elisabetta Tola, “Il Messaggero” 10/11/2002).