1 marzo 2002
Tags : Bob Hope
Hope Bob
• . Nato a Eltham (Gran Bretagna) il 29 maggio 1903, morto a Los Angeles (Stati Uniti) il 28 luglio 2003. Attore. «Sin dall´inizio di una carriera estremamente prolifica, cominciata nel 1934 con un film intitolato Going Spanish, è stato identificato con l´immagine stessa della comicità hollywoodiana, eppure nacque ad Eltham, in Inghilterra, da un muratore di nome William e da Avis, una bella signora gallese. La famiglia emigrò nel 1907 a Cleveland, dove William ottenne la cittadinanza per i sette figli ai quali affibbiò dei soprannomi americani. Il quinto, che era stato battezzato Leslie Townes, divenne Bob. La gioventù di Bob Hope è simile a quella di milioni di emigranti: si improvvisò in dozzine di lavoretti (fece anche il pugile, con esiti disastrosi) fin quando non trovò la propria strada nel mondo dello spettacolo, ritenendo di avere un futuro come ballerino. Ebbe il suo primo ruolo importante nel ´21 a Broadway in Ballyhoo e poi, come attore brillante, in Roberta, dove conobbe Dolores Reade, la donna che divenne sua moglie. Il successo di Red Hot and Blue, nel quale recitava insieme a Jimmy Durante ed Ethel Merman, convinse i produttori a trasformare lo spettacolo in un film, e da quel momento il suo nome divenne uno dei più ambiti. Diventò anche una star della radio, dove lavorò con Bing Crosby, e fu messo sotto contratto dalla Paramount con cui girò una serie di film di enorme successo che lo resero il comico più popolare d´America. Il suo umorismo, semplice e universale, era per molti versi opposto a quello della grande tradizione ebraica, che proprio negli stessi anni si stava affermando ad Hollywood. Nella sua ostinata volontà di cogliere ogni aspetto ironico dell´esistenza non c´era nulla di intellettuale o di ideologico, ed il suo approccio non poteva che essere apprezzato in particolare dall´America wasp: Hope celebrava l´integrazione nel paese delle opportunità ed annullava ogni possibile contrasto nella contrapposizione con un´icona americana come Crosby. La celebre serie Road to..., che interpretò per caso (i produttori avevano in mente George Burns, ed in seconda battuta Fred MacMurray) esaltò ulteriormente questo sguardo ironico nei confronti del mondo al di fuori di un paese che rimaneva sempre un modello imprescindibile e irraggiungibile. [...] Una carriera durata più di sessanta anni, che lo ha visto diventare amico di presidenti dalle ideologie opposte che intuivano l´essenza ed il valore politico della sua popolarità. Divenne il prediletto compagno di golf di molti inquilini della Casa Bianca, e mentre trionfava anche in tv, fu esaltato sia da Roosevelt che da Eisenhower (poi anche da Nixon e Clinton) per una serie di iniziative di beneficenza e la dedizione con cui mise a disposizione il proprio talento per sollevare l´animo delle truppe al fronte. I suoi spettacoli comici, venati di un patriottismo beffardo, lo hanno visto esibirsi nel 1944 in Sicilia, nel 1972 in Vietnam, nel 1983 a Beirut e nel 1990 nel Golfo Persico. Il soprannome di "G.I.Bob" gli venne attribuito prima che venissero intitolati a suo nome una nave, un aereo e la cappella dei veterani del cimitero di Los Angeles. Non ha vinto mai un Oscar (anche se l´Academy gliene ha attribuiti quattro onorari), ma ha ottenuto 54 lauree honoris causa, e, secondo il Guinness dei primati, è l´uomo di spettacolo che ha ottenuto il maggior numero di onorificenze» (Antonio Monda, "la Repubblica" 29/5/2003). «"E’ lo showman più influente del XX secolo – spiega Woody Allen – io stesso gli sono enormemente debitore e nei miei primi film l’ho addirittura copiato". In un articolo di copertina del 1970 "Time" provò a spiegare al resto del mondo l’humour, così anglosassone, dell’uomo nato nello stesso anno in cui i fratelli Wright, inventori dell’aeroplano, effettuarono il primo volo. "Ha dato voce alla comicità dell’uomo medio, prendendo per i fondelli ricchi e potenti – scrisse il settimanale – la gente lo adora perché è, in pubblico, il grullo spensierato che noi tutti siamo in privato". In un’era dominata dal puritanesimo e dalla censura, il cosiddetto "re dello showbiz" poté permettersi battute impensabili per un comico di minor calibro. Nel 1949, quando Dorothy Lamour gli disse in diretta radiofonica "sto solo tirandoti la gamba" (pulling your leg, che in inglese significa "prendere in giro") , lui osò replicare: "tirami pure le gambe ma non toccarmi il gambino". Oltre ad essere lo showman più premiato della Storia – 2.000 riconoscimenti, tra cui la medaglia d’onore del Congresso, il titolo di cavaliere dalla Regina Elisabetta e 54 lauree ad honorem – è stato il primo comico ad ammettere pubblicamente di avere una squadra di sceneggiatori, artefici di oltre 7 milioni di battute conservate nella sua casa di Los Angeles [...] "Non è un pensatore profondo come Chaplin, non ha l’intelligenza letteraria di Groucho Marx e i suoi film non sono profondi né complessi – precisa ancora Allen – però Bob è un comico straordinario e meraviglioso» (Alessandra Farkas, "Corriere della Sera" 29/5/2003).