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 2002  marzo 01 Venerdì calendario

Hopkins Anthony

• Port Talbot (Gran Bretagna) 31 dicembre 1937. Attore, ha vinto l’Oscar come miglior attore protagonista per Il silenzio degli innocenti (Jonathan Demme). «[...] il più grande attore britannico di tutti i tempi. L’indimenticabile interprete del Silenzio degli innocenti e di Quel che resta del giorno, due ruoli che lo hanno imposto come una superstar internazionale, batte persino un mostro sacro del teatro e del cinema inglese come Laurence Olivier in un sondaggio commissionato dal teatro londinese Old Vic e dalla casa vinicola Mouton Cadet, che ha interpellato 6.000 persone. [...] figlio unico di un panettiere, nato a Port Talbot, West Glamorgan (Galles), il 31 dicembre 1937 negli anni passati alla Cowbridge Grammar School, si rivelò un pessimo studente. Era chiuso e introverso, ma a diciassette anni si unì a un gruppo di giovani attori e questo segnò l’inizio di una luminosa carriera. Tra le altre curiosità della sua filmografia, Hopkins vanta il primato di essere stato chiamato da Hollywood per interpretare per due volte il ruolo di presidente degli Stati Uniti, e in entrambe le occasioni di aver ricevuto una nomination all’Oscar: la prima nei panni di Richard Nixon nel film Nixon, la seconda in quelli di John Quincy Adams in Amistad. L’Oscar però l’ha vinto per il ruolo del serial killer Hannibal Lecter nel Silenzio degli innocenti. [...]» (’la Repubblica” 18/8/2005). «A vederlo con i suoi bei capelli bianchi, un po’ lunghi sulle orecchie, la sua facciona grande e decisamente bonaria, la voce pacata, i modi gentili, è davvero difficile immaginare come possa vestire i panni del più famoso cannibale della storia del cinema, Hannibal Lecter[...] ”I cattivi sono interessanti. interessante recitare un personaggio come Hannibal, così com’è interessante recitare un personaggio come Jago o come Lucifero. Non penso che il cannibalismo sia centrale in questi film, non ci sono molti riferimenti diretti. E la violenza? Viviamo in un mondo violento, la depravazione fa parte della natura umana. [...] No, non credo di essere troppo legato al personaggio di Hannibal, ho fatto molte altre cose che la gente ha seguito e apprezzato e questo è soltanto il più celebre dei miei ruoli. Mi ha cambiato? No, sono un attore, il mio mestiere è interpretare personaggi diversi tra loro. Di certo Hannibal ha cambiato il mio destino di attore, ma non mi sento limitato dall’identificazione con il personaggio”» (Ernesto Assante, ”la Repubblica” 16/10/2002). «Recitare non è un mistero. Vogliono farne un mistero, ma non lo è affatto. Impara le battute, vai sul set, e fa il tuo lavoro. Bada che abbiano mandato l’assegno al tuo agente e stop. Suonerà cinico, ma non ne posso più di attori che parlano di recitazione e di registi che parlano di regia. E un film è intrattenimento, niente di più [...] Mi piace leggere, fare ginnastica, camminare. Il giardinaggio. Suonare il piano, compongo musica. Scrivo musica, leggo molto, sono un tipo tranquillo, pressoché vegetariano» (’la Repubblica”, 29/2/2001). «[...] ha recitato con Laurence Olivier, è stato Macbeth, Coriolano, Prospero, Re Lear, Hitler, Nixon... e ha inseguito Chris Rock con la pistola, senza dimenticarsi di recitare il suo poeta prediletto, Dylan Thomas, e la malinconia di Zio Vanja. [...] di prestigiosa formazione teatrale è diventato americano anni fa: ”Californiano - precisa - perché ho una psicologia da pioniere degli spazi, delle sfide, della natura, della libertà della mente e, anche se sto per interpretare Hemingway, Jack Kerouac è stato uno degli scrittori della mia vita”.Tra le persone che hanno segnato la sua vita cita sua madre [...] che lo aveva ”iniziato alla recitazione con i suoi sogni”. E Spielberg: ”Nel giorno della mia nuova cittadinanza ha ripreso la cerimonia con la sua cinepresa digitale. Gli ho chiesto perché, mi ha risposto: ’Per ricordarti che ti piace inseguire i sogni, anche i più imprevisti nel tuo destino di nativo del Galles’. [...] arrivai qui per un film, come un gallese cresciuto sui palcoscenici del West End e, quando mi dissero che al mio tavolo, in una serata mondana, ci sarebbero stati Clint Eastwood e Lauren Bacall, sgranai gli occhi sentendomi dentro un film. [...]”» (Giovanna Grassi, ”Corriere della Sera” 11/1/2006).