Varie, 1 marzo 2002
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Howard Ron
• Duncan (Stati Uniti) 1 marzo 1954. Attore. Divenne popolarissimo come il Richie Cunningham della serie tv Happy Days. Regista. Oscar 2001 per A beautiful mind • «[...] quel ragazzino un po’ rossiccio che negli anni ”70 invece di fumare e incendiare la cartolina precetto per il Vietnam, faceva le fusa in famiglia con Happy days, che era una riabilitazione finta che più finta non si può degli anni ’50. Il produttore disse: l’abbiamo fatto apposta di guardare indietro, per evitare di parlare di oggi, i perigliosi ’70. [...] allora era già una mini star, perché come Jodie Foster aveva iniziato in fasce, recitando a 18 mesi con papà e mamma in Frontier woman e poi a sei anni in tv come Opie in The Andy Griffith show. Happy days lo tramandò in 200 puntate come un tipo ottimista e generoso [...] Era il figlio normale di una famiglia normale di un paese normale, in cui il massimo trauma era la ragazza da portare alla festa del liceo. C’erano già in quei brevi film, baciati dalla coazione a ripetere, i sintomi del buon americano che lavorerà di fino con abile retorica sui miti e la patria (non per nulla nel Pistolero di Siegel è un teenager che va matto per John Wayne): dall’impresa spaziale di Apollo 13 alla vecchia frontiera di Far and away, dalla glorificazione della terza età di Cocoon alla Grande Depressione di Cinderella man. Nessun divo gli ha detto di no, da del tu a Cruise ed ex signora Kidman, Jim Carrey, De Niro, Keaton, Russell Crowe che diresse nel suo miglior titolo, A beautiful mind. E fu Oscar, ma fu premiato pure per il contributo alla sensibilizzazione delle malattie mentali (la storia del matematico schizoide John Nash) [...] Ma anche quando ritirò la statuetta, era sempre il ragazzino dagli occhi azzurri tanto amato dal pubblico tv e apprezzato dai cinefili che l’avevano visto lasciare la ragazza per l’Università in American graffiti di Lucas, un happy days d’autore nel giovane cinema Usa del ’73. ”Lo so, la gente mi vede come Richie ma io non sono più lui. Non essere preso seriamente a volte è frustrante” si lamenta [...] La carriera di regista iniziò così: giovanissimo, consigliato da Henry Fonda e aiutato da Roger Corman, decise di impiegare i 600.000 dollari del salvadanaio per girare Attenti a quella pazza Rolls Royce, incassando subito 18 milioni. E da lì passa alla commedia Splash con il giovanissimo Tom Hanks, da allora suo alter ego, grossista ortofrutticolo che si prende una cotta per la sirena bionda Daryl Hannah che perde la coda. [...]» (Maurizio Porro, ”Corriere della Sera” 18/5/2006).