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 2002  marzo 01 Venerdì calendario

HUNZIKER

HUNZIKER Michelle Sorengo (Svizzera) 24 gennaio 1977. Conduttrice tv • «Dopo aver iniziato come fotomodella, è diventata indossatrice per alcune importanti firme della moda. Nel 1996 ha esordito come presentatrice televisiva su Raiuno insieme a Paolo Bonolis ne I cervelloni, l’anno dopo ha presentato su Canale 5 Paperissima sprint e nella stagione 1997-98 la terza edizione di Colpo di fulmine, programma di Italia 1. Nel 1998 ha interpretato assieme a Gianni Morandi, Elena Sofia Ricci, Corinne Clery e altri la miniserie di Canale 5 La forza dell’amore. Alla fine dello stesso anno si è dedicata anche a Nonsolomoda, magazine domenicale di Canale 5 […] Coprotagonista accanto ad Alberto Tomba in Alex l’ariete. Nel 2001 è tornata nuovamente in televisione con Claudio Lippi, nello sfortunato programma di Italia 1 Tacchi a spillo; dal 2002 ha condotto con successo due programmi comici: Scherzi a parte con Teocoli e Boldi e Zelig con Claudio Bisio. Nell’estate dello stesso anno è stata una delle presentatrice di Festivalbar» (Aldo Grasso, Televisione, Garzanti 2002). «Bionda, ex modella, metà italiana metà svizzera (’quando sono arrivata in Italia a 16 anni ero un’extracomunitaria. Di lusso, certo, ma il mio diploma in lingue, per esempio, non era riconosciuto”). Ora ex moglie di Eros Ramazzotti. molto diversa dalla bella diciannovenne, silenziosa che debuttò nei Cervelloni e se ne andò dal programma quasi subito. […] ”Devo raccontare una lunga storia. La mia. Avevo, da bambina, un bellissimo rapporto con mio padre. Era l’artista della famiglia. Faceva il pittore. lui che mi ha insegnato l’amore per la natura, per la bellezza. Poi i miei si sono divisi. Improvvisamente sono stata allontanata da lui. Avevo solo 10 anni e ingannare una ragazzina è facile, soprattutto se a farlo sono i grandi. Mi hanno detto che mio padre aveva un difetto. Che era cattivo. Ogni tanto beveva un po’, è vero, ma non era così come me lo descriveva mia madre. Mi ribellavo. Non avevo abbastanza forza. Alla fine ci credetti. Era come se l’avessi dimenticato. Venni in Italia, la mamma si innamorò di un italiano, io iniziai a fare la modella. Conobbi Eros che avevo 18 anni. Poi ho avuto la mia splendida Aurora; mi sono sposata ma c’era sempre qualcosa dentro che mi bloccava. Due anni fa mi è venuta un’alopecia da stress. Perdevo i capelli e per un personaggio dello spettacolo è un dramma. Medici, cure, niente da fare. Un giorno a Milano ho incontrato Giulia, la mia maestra spirituale. Due colloqui mi sono bastati per capire che mi avrebbe aiutata. Mi disse: ”Ti manca tuo padre, chiamalo”. Ho telefonato: ”Papà, ci vediamo domani?”. Quando l’ho incontrato non era l’ubriacone che mi avevano descritto, ma il compagno della mia infanzia. Insieme abbiamo passato un anno di felicità. Sono guarita. Di più. Sono cresciuta. Mi sono svegliata. Avevo ritrovato mio padre e smesso di seguire la via della mediazione. Ho cominciato a cercare l’indipendenza e man mano che mi staccavo dai controlli, meglio andava il mio lavoro, peggio la mia vita privata. Poi mio padre è morto. Un infarto. La morte dei buoni. Io ormai ero un’altra. Ho sempre cercato fin da bambina una persona che fosse orgogliosa di me. Eros era la persona con cui volevo invecchiare, ma orgoglioso di me non lo è mai stato. Però ormai avevo cominciato a volare. Anche professionalmente. Purtroppo hanno deciso che tutto dipendeva da questa signora, che mi aveva plagiata. Tante accuse. False. Dolorose. Lei invece è stata la mia salvezza. Non è una chiromante, una guaritrice, il capo di una setta. Ti aiuta a farti capire chi sei. Sono migliorata e Eros non l’ha accettato. Ha avuto paura della mia maturità. Ho lottato tanto. Non è stato possibile. Sette anni di matrimonio felici… Fino alla fine volevo mantenere il mio rapporto con lui. Gli dicevo: ”Ascoltami… ascoltiamoci”. Un rapporto diretto. Dio, la schiavitù dei personaggi pubblici: 8 segretari, 4 persone di servizio. Sempre filtri. Con Giulia non è stato così: per lei aiutare è una missione, ha una conoscenza profonda dell’anima, che è come un recipiente, quando è pieno sfoga sul fisico. Io rischiavo la calvizie. Mi ha aperto gli occhi. Mia madre è sempre stata invaghita di Eros. Si è creata una sorta di alleanza. Mi controllavano ma il controllo è anche una forma di amore. Giulia mi ha dato l’impulso ed è stata accusata. Mi ha ridato la felicità facendomi ritrovare mio padre. Oggi non devo più mediare alcuna verità. Se vedo ingiustizie combatto. Se qualcuno mi tratta male sul lavoro, se ne discute. La sincerità. Meglio una sfuriata che i silenzi. Tirarsi indietro sempre… Non esporsi per paura, succubi della superficialità. Ero succube del potere. Sono cresciuta. Ero una cattolica freddina, ho ricominciato ad aver fede. Però in tv non mi travesto da suora» (Alessandra Rota, ”la Repubblica” 7/4/2002). «Aveva un problema ai capelli, nel senso che ogni tanto ne perdeva qualcuno, allora il suo manager le consiglia di rivolgersi a una pranoterapeuta molto di moda tra la gente di spettacolo. Lei ci va, perché la bellezza e la salute prima di tutto, e nell’arco di qualche anno si ritrova separata dal marito, in rotta con i vecchi amici, contornata da nuovi collaboratori di cui uno, che tra l’altro è il figlio della pranoterapeuta tanto di moda, diventa prima il suo nuovo manager poi il suo nuovo fidanzato. C’è una sola spiegazione, dicono gli esperti del Vaticano: ”Lei è posseduta da Satana”. Non è l’ultima spy story dell’estate 2003, ma la vera storia di Michelle Hunziker, star televisiva in Italia e in Germania, già moglie di Eros Ramazzotti e madre della piccola Aurora, approdata in Germania sulla prima pagina del tabloid tedesco ”Bild am Sonntag”. Da qualche tempo Michelle ha perso l’appetito, si è stancata della televisione, e malgrado le attenzioni del suo nuovo fidanzato non ha più voglia di niente ma proprio di niente. ”Tutti sintomi che dimostrano una chiara possessione demonica” – spiega padre Gabriel Amorth, esorcista del Vaticano. E la colpa sarebbe da attribuire alla pranoterapeuta-fattucchiera Giulia Berghella, che secondo le ricostruzioni di mamma Hunziker (la nonna di Aurora Ramazzotti), avrebbe preso piede nella vita di Michelle con metodica precisione. Prima l’avrebbe convinta che Eros non faceva per lei, poi che i vecchi amici andavano sostituiti con altri più brillanti e meno negativi, infine che quel manager portava male e che era meglio trovarne un altro. Magari più giovane, magari suo figlio. così che oggi Michelle Hunziker si mostra in pubblico con Marco Sconsienza, il quale amministra anche le sue finanze, così lei ha un problema di meno e si può concentrare meglio sul lavoro. ”Ma non è felice”, dice la mamma, preoccupata che anche la nipotina finisca nel gorgo magico della signora Berghella. L’esorcista del Vaticano condivide la diagnosi e spiega alla ”Bild” che Satana si trasmette, e siccome si è già trasferito dalla strega Berghella a Michelle Hunziker, non è escluso che possa arrivare anche alla piccola Aurora. ”Chi entra in contatto con il demonio perde il gusto della vita, si secca interiormente – dice padre Gabriel al giornale tedesco ”. Può anche essere contornato dal successo e non avere problemi economici, ma semplicemente non prova più alcuna gioia in quello che fa”. Quando Michelle e Eros si sono lasciati, la stampa tedesca si è sbizzarrita nelle ipotesi più fantasiose, giungendo alla conclusione che lei era una donna in carriera con tanta motivazione e lui il classico italiano che la voleva incatenare ai fornelli. Dicevano che era troppo geloso e che lei aveva fatto bene. E invece c’era di mezzo Satana» (Francesca Sforza, ”La Stampa” 24/7/2003). Grande successo anche in Germania: «Molto più di una bella biondina. Per i tedeschi è la presentatrice del sabato sera, quella che ogni settimana tiene inchiodati davanti al video più di sei milioni di persone e riscuote quel successo trasversale che non ha un’età precisa, non risponde a una determinata fascia sociale, non fa differenza tra uomini e donne. La sua trasmissione - Deutschland sucht den Superstar, la Germania cerca una stella, versione tedesca di Operazione Trionfo - ha quasi raggiunto, per ascolti, il record del Grande Fratello. E non c’è praticamente nessuno, in tutta la Repubblica Federale, che non abbia partecipato almeno una volta a una discussione se fosse giusto o meno eliminare Herbert e far vincere Jutta. Quando un beniamino del pubblico è stato escluso e la sua fidanzata, in studio, non ha potuto trattenere le lacrime, tutti si sono riconosciuti in Michelle, la faccia scura tra l’imbronciato e il capriccioso, che scuotendo la testa ha detto ”Basta, non ce la faccio più”. Ma nel successo della Hunziker in Germania c’è qualcosa di più che la fortuna legata a un formato tv . Era lo stesso quando conduceva un salotto per personaggi famosi che raccontavano il loro primo amore o quando assegnava premi tipo Telegatto in trasmissioni dedicate alle star nazionali. All’epoca della rottura con Eros Ramazzotti - uno dei cantautori stranieri più amati dai tedeschi - un tabloid popolare scrisse che lui la voleva incastrare a fare la mamma tutta la vita e che lei invece, non aveva nessuna intenzione di rinunciare ai suoi spazi. ”Michelle è una giovane donna emancipata che ha voglia di fare carriera - commentava il giornalista - La vita della casalinga italiana non faceva per lei”. Con la fine della storia d’amore, i tedeschi si sono fatti l´idea che la ragazza, avesse bisogno di un nuovo riscatto. ”Qual è la differenza tra la tv in Italia e in Germania?” - recita immancabile la prima domanda che ogni giornalista tedesco pone a Michelle. ”Il problema per me è che sono stata subito inquadrata nel ruolo della bionda tutta curve, sempre pronta a mostrare le gambe o le scollature profonde. Qui invece ho più spazio per parlare, presentare, intrattenermi con gli ospiti”. Meno velina, più mattatrice, meno mamma, più adolescente, la Hunziker che piace ai tedeschi sa giocare con una certa freschezza la carta dell’eterna rivalità fra i popoli, facendo l’occhiolino una volta all’uno e una volta all’altro. Le scollature profonde, però, le porta lo stesso» (Francesca Sforza, ”La Stampa” 13/2/2003).