Varie, 1 marzo 2002
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Huston Anjelica
• Santa Monica (Stati Uniti) 8 luglio 1951. Attrice. Oscar 1985 come miglior non protagonista per L’Onore dei Prizzi, nomination anche nel 1989 per Enemies, a Love story e nel 1990 (The Grifters, protagonista). «[...] figlia del leggendario John Huston, per il quale aveva recitato in The dead e in L’onore dei Prizzi, grazie al quale ha conquistato un Oscar [...] interprete che si è espressa al meglio dopo la separazione da Jack Nicholson, con cui aveva convissuto quasi vent’anni, e la cui carriera è decollata grazie a film come Rischiose abitudini (’90) di Stephen Frears o Crimini e Misfatti (’89) e Misterioso omicidio a Manhattan (’93) entrambi diretti da Woody Allen [...] Cresciuta nella famosa villa di famiglia di St. Clerans, trasferitasi a Londra a 10 anni e a 18 a New York, nel 1969, dopo la morte della madre, la ballerina italiana Enrica Soma, la Huston ha respirato aria di cinema fin dall’infanzia irlandese. [...] “[...] Volevo fare il veterinario, poi ho anche pensato di entrare in convento. Ricordo che un giorno andai da mio padre, a dirgli che avevo deciso di diventare una suora, e lui mi disse: ‘Mi sembra stupendo, tesoro, quando cominci?’. Non c’era verso di scioccare papà [...] Sono cresciuta in un posto allora molto remoto, Galway, immerso nella campagna irlandese, e molta gente che veniva a trovarci lavorava o collaborava in qualche modo con mio padre: ho conosciuto John Steinbeck, Marlon Brando, Jean-Paul Sartre, persone così diverse, geniali: ho avuto davvero un’infanzia straordinaria. Ogni volta che mio padre girava un film io e mio fratello Tony andavamo per un paio di settimane sui set. Erano i rari momenti che trascorrevamo un po’ con lui, perché stava sempre via, veniva forse due volte l’anno in Irlanda, lo vedevamo a Natale e poi se ne andava, con noi attaccati alle sue gambe. Ma non mi piaceva molto andare sui suoi set, perché aveva un aiuto regista cattivissimo, che era stato nella Marina Militare e ci urlava sempre di stare zitti! Per questa ragione ancora oggi sono molto trepidante ad andare sui set mentre girano altri registi [...] Sono convinta che le donne siano portate per natura alla regia [....] Noi siamo degli esseri emotivi e il cinema, a mio avviso, è un mezzo di espressione in primo luogo emotivo. [...] Dopo la mia separazione da Jack (Nicholson) mi sono ritrovata improvvisamente sola. Ma la nostra separazione è stata anche un dono, perché mi ha dato l’opportunità di rivedere la mia vita, Io credo nel karma, e ora sento di essere stata molto, molto fortunata. [...]”» (Silvia Bizio, “D - la Repubblica delle donne” 29/6/1999).