Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2002  marzo 01 Venerdì calendario

Indurain Miguel

• Villava (Spagna) 16 luglio 1964. Ex ciclista. Vinse 5 Tour de France consecutivi (1991-1995) e due Giri d’Italia (1992-1993) • «[...] spesso dava l’impressione di accontentarsi [...] come se le classiche non lo riguardassero più di tanto, a volte pure il mondiale, non parliamo poi delle imprese nelle grandi gare a tappe, quelle che lasciano il segno nel cuore della gente, nella memoria degli appassionati. [...] a lui bastavano le cronometro, esercizio nel quale era davvero inarrivabile, strepitoso [...] E poi meglio crearsi amicizie in gruppo, alleati eccellenti, non si sa mai, come fosse cresciuto alla scuola di Anquetil, altro grandissimo al quale assomigliava parecchio. Guarda caso, al suo fianco nel ruolo di tecnico c’era proprio Echevarri, che da corridore apparteneva alla scuderia del fuoriclasse normanno, che ha cresciuto Miguelon per lunghi anni all’ombra di Delgado, facendolo maturare al punto giusto e al momento opportuno [...] Bastava una crono, la prima ad Indurain, alla vigilia di Alpi e Pirenei, per metter già k.o. gli avversari. Prove contro il tempo sui 60 km mentre ai giorni di Merckx erano ridotte alla metà. Ma quante corse gettate al vento [...] il mondiale di Oslo ’93 del giovanissimo Armstrong. Quel finale incertissimo, l’americano che scatta e va e Indurain lo lascia andare. [...] aspettava si muovesse Chappucci [...] al mondiale colombiano non ebbe fortuna. Lo anticipò Olano e dovette recitar da gregario, proprio perché nelle corse d’un sol giorno gli mancavano mestiere ed esperienza. Personaggio di classe e signorilità [...] mai una frase ad effetto e da titolo, mai una polemica o un giudizio forte sugli avversari [...] Restano comunque le imprese ad effetto, quei cinque Tour, le due accoppiate col Giro d’Italia nel ’92 e nel ’93, i vani assalti al suo regno di Bugno e Chiappucci, ma anche di Rominger e degli altri, finché Pantani lo mise in difficoltà al Giro sul Mortirolo. Lo attaccò a fondo nella corsa rosa del ’94 che poi però vinse Berzin, meteora incredibile. E resta quella l’unica volta in cui Indurain seppe gridar vendetta. Pantani pagò infatti al Tour l’insolenza di lesa maestà al Giro. Indurain lo rincorreva su tutte le salite, soprattutto quelle dalla pendenza meno arcigna. Come salendo ad Hautacam. Ed a Pantani non concesse neppure una vittoria di tappa, anche se in classifica era già battuto. In che maniera? Promuovendo fughe da lontano che avevano buon gioco, in modo che poi quando Pantani si scatenava, i fuggitivi erano già arrivati. Accadde verso l’Alpe d’Huez, nel giorno in cui vinse Roberto Conti anziché il Pirata. [...]» (Beppe Conti, 100 Campioni del Novecento, Graphot 2002).