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 2002  marzo 01 Venerdì calendario

IPPOLITI Gianni

IPPOLITI Gianni Roma 22 febbraio 1950. Autore e conduttore tv • «Ex arbitro di calcio, laureato in sociologia, ha debuttato in tv con Provini (1988, Italia 1), rassegna di dilettanti allo sbaraglio desiderosi di essere esaminati da un occhio impietoso. Si è affermato con la trasmissione Dibattito! (1988), nella quale era moderatore di una tavola rotonda tra perfetti sconosciuti che discutevano animatamente su temi di attualità. […] Nel 1989 il successo di pubblico si è ripetuto con Grandi sceneggiati, parodie in trenta minuti di libri celeberrimi […] Nel 2002 gli sono state affidate le divagazioni surreali del Festival di Sanremo e anche delle brevi pillole durante i Mondiali di calcio. Con la sua compagnia instabile di guitti “presi dalla strada” con cui inscena di volta in volta dibattiti, incontri, sceneggiati, si è rivelato uno dei più dotati capocomici della televisione povera. Sotto la sue regia anche i “senza opinione” dimostrano che in televisione è facile averne una. Della sua avventura televisiva ha detto: “Io sono solo un creativo, proprio nell’accezione pubblicitaria, uno che inventa slogan per la tv. Slogan che diventano programmi. Non mi giudico né un autore né un conduttore; sono un personaggio di rottura, ho delle idee, vedo qualcosa, lo decodifico alla mia maniera, lo restituisco in video, ricomposto e riveduto» (Aldo Grasso, Enciclopedia della Televisione Garzanti, Garzanti 2002). «La sua specialità è mettere insieme cittadini qualunque e, oltre tutto con pochi soldi, dimostrare che in televisione possono starci tutti. Ma Carmelo Bene, o Federico Zeri, che pure lavorarono con il capocomico dei guitti, in tv rendevano di più. Perché tutto si può fare, ma i risultati poi sono diversi. Debuttando con Provini nell’88, inventò in tempi non sospetti una sottospecie del genere televisivo fatto dalle persone comuni. Ha sfornato dibattiti “culturali”, classi scolastiche, incursioni al Festival di Sanremo, sempre preferendo le fasce marginali della televisione, per poterne rivoltare con maggiore facilità i meccanismi» (Alessandra.Comazzi, “La Stampa” 6/2/2003).