Varie, 1 marzo 2002
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Jaoui Agnes
• Parigi (Francia) 19 ottobre 1964. Sceneggiatrice e attrice. Nel 1998 ha vinto il premio Cèsar come miglior attrice non protagonista per il film Parole, parole, parole di Alain Resnais. Nel 1996 ha vinto il premio per la sceneggiatura del festival di Montreal con Une air de famille. Da regista ha ottenuto grande successo con Il gusto degli altri (’liberal” 18/3/1999). « bella, Agnès Jaoui, anche se fa di tutto per non sembrarlo, fatta su in gonnellone e mantelloni, con i capelli umiliati in un caschetto di forcine e frangette diseguali. bella e luminosa [...] Sotto il nome difficile e non ancora popolare da noi che sembra un catalogo di vocali c’è una giovane donna [...] determinata e intelligente, protagonista di un singolare percorso artistico. Non da sola, per sua fortuna e per il nostro divertimento. Perché all’inizio di questo percorso l’allieva di Patrice Chereau ha conosciuto JeanPierre Bacri - anche lui attore, anche lui di famiglia piednoir (ma JeanPierre è nato in Algeria, Agnès in Francia). Si sono incontrati sulle scene di un teatro mentre provavano L’anniversario di Pinter e non si sono più lasciati. Ma a parte il risvolto sentimentale [...] contano i risultati di questa ditta artistica che, anche tra le tante coppie cinematografiche (i Taviani, i Coen, i Wachovsky di Matrix) è anomala e speciale. E non solo perché non sono fratelli. Ma perché hanno cominciato come attori di teatro, hanno proseguito riducendo per lo schermo - e per Alain Resnais - il sofisticato e ironico teatro di Alan Aykbourn (i film erano Smoking e No Smoking, due rari esercizi d’intelligenza e humour), hanno proseguito inventando quel piccolo capolavoro di gusto che è Parole parole parole, sempre per Resnais, hanno scritto per Cédric Klapisch Un air de famille (in questi due ultimi film compaiono anche come attori), e sono arrivati finalmente al "loro" film. "Loro" perché, anche se la regia la firma Agnès (’a me fare tanta fatica non interessa”, spiega indolente JeanPierre, ” stato un fatto di maturazione”, dice Agnès, ”sentivo che era il momento”), l’hanno scritto insieme, seduti uno di fronte all’altra, per mesi, dalle tre alle sette del pomeriggio, armati di quaderni e penne. Penne? Veramente? ”Penne, matite. Ci sono quelle, da molto tempo, prima della macchine per scrivere e dei computer”» (Irene Bignardi, ”la Repubblica”, 17/1/2001).