Varie, 4 marzo 2002
Tags : Ben Johnson
Johnson Ben
• Falmouth (Giamaica) 30 dicembre 1961. Sprinter. Campione del mondo dei 100 nel 1987 (a Roma), nel 1988 vinse la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Seul stabilendo anche il primato mondiale, ma fu squalificato perché positivo all’antidoping • «[...] periodicamente ricompare e scompare con la stessa velocità con cui bruciava il rettilineo dei 100 metri [...] torna a proporre il ritornello del complotto, quello che aveva intonato subito dopo essere stato trovato positivo allo stanozolol. [...] accusa direttamente Carl Lewis, il suo avversario storico. ”Non voglio dire troppo ma... lui è coinvolto” [...] Secondo Johnson una delle birre da lui bevute quel 24 settembre, prima del controllo anti-doping, fu ”inquinata” da un giocatore di football amico di Lewis. Una circostanza che ha dei riscontri e lo stesso Lewis nella sua autobiografia, Inside track, ha ammesso di conoscere la persona vista bere con Johnson. ”King Carl” poi non era senza peccato: a quei Giochi non doveva correre, perché trovato positivo all’efedrina ai Trials, ma negli Usa era stato messo tutto a tacere. Complotti e insabbiamenti non potranno però ridare né una medaglia né la dignità a Ben Johnson. Lui stesso ha ammesso, alla Commissione Dubin, che a Seul era dopato. Il suo coach e il suo (defunto) medico hanno detto di più, confessando che ”l’allenamento chimico” era iniziato nel 1981. ”Ho preso di tutto, ma non la sostanza per cui sono stato scoperto”. Credergli? Non serve, perché Ben è un recidivo: rientrato nel 1991, dopo due anni di squalifica, è stato semifinalista ai Giochi di Barcellona ”92, salvo poi farsi pescare positivo (testosterone) nel 1993 ed essere cacciato a vita. Da allora ha provato a reinventarsi personal trainer, come quando è stato ingaggiato per rimettere in forma Maradona. ”Big Ben” e ”El Diego”, più che una coppia di campioni sembravano uno spot per San Patrignano. Le due icone dello sport drogato: gli occhi gialli dello sprinter gonfiato e lo sguardo del Pibe che si mangia la telecamera ai Mondiali del ”94. Un altro cliente celebre dell’ex primatista è stato Saadi Al-Gheddafi, quando il figlio del Colonnello giocava al Perugia e Ben si faceva fotografare mentre mimava le partenze con Serse Cosmi. Neanche lì è stato fortunato, con il calciatore libico trovato positivo al nandrolone dopo Perugia-Reggina. I guai corrono, anche più dei 100 metri: non è un caso se dal 1988 in pochi siano riusciti a far meglio del 9”79 di Johnson. Fino a prova contraria, l’unico che ci è riuscito in maniera pulita è Asafa Powell, per tre volte sceso a 9”77. Ce l’avevano fatta Tim Montgomery (9”78) e Justin Gatlin (9”77), ma sono stati cancellati come Ben, l’uomo del peccato originale» (Andrea Schiavon, ”La Stampa” 7/12/2006).