varie, 4 marzo 2002
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Johnson Michael
• Dallas (Stati Uniti) 13 settembre 1967. Primatista mondiale dei 200 e 400 metri piani • «Una leggenda dello sport [...] Nella sua incredibile carriera, lo sprinter texano ha vinto tutto quello che c’era da vincere: cinque ori olimpici in tre differenti edizioni (1992-2000); nove titoli mondiali; detiene i primati mondiali nei 200 e nei 400 metri; vanta un’imbattibilità di 58 gare nei 400 (dall’89 al ’97) e di 32 nei 200 (dal maggio ’90 al giugno ’92); è l’unico atleta in oltre 104 anni di Olimpiadi ad aver centrato la doppietta 200-400 nella stessa edizione. Ma, soprattutto, Michael Johnson è ancora l’uomo più veloce del mondo, grazie allo stratosferico 19’’32 fatto segnare sui 200 metri ad Atlanta l’1 agosto ’96 (velocità massima di 37,267 chilometri all’ora, ossia 10,351 metri al secondo), ed è destinato ad esserlo ancora per lungo tempo. Perché in giro, di velocisti del suo livello non se ne vedono» (Matteo Garioni, ”Corriere della Sera” 4/6/2004) • «Il ”brutto anatroccolo” come qualcuno lo ribattezzò alle sue prime uscite per via del bacino basso che faceva e fa sembrare passettini le sue falcate e che per contro tanto ha contribuito a rendere irresistibile la sua azione in curva, si è trasformato con le vittorie in splendido cigno mantenendo un’esaltante imbattibilità in occasione delle grandi manifestazioni, dopo il passo falso dei Giochi di Barcellona dove un’intossicazione alimentare lo mise ko prima delle semifinali, impedendogli di confermare le potenzialità mostrate a Tokyo ’91, quando vinse il suo primo oro iridato, sui 200 metri. Texano di Dallas, Michael Johnson è senz’altro il più grande atleta mai esibitosi dai 100 ai 400 metri, visto che oltre ai record sulle due distanze maggiori vanta un tutt’altro che disprezzabile 10’’09 sui 100. Sui 200 la sua stagione-capolavoro è stata il 1996 quando, sulla pista di Atlanta, prima vinse i Trials in 19’’66 cancellando dopo 17 anni anni il record messicano di Pietro Paolo Mennea (19’’72), quindi corse nel futuro la finale dell’Olimpiade in 19’’32, alla fantastica media di 37,267 km/h. Il top di una carriera che lo ha visto scendere per 23 volte sotto i 20”, un record questo che divide con il namibiano Frank Fredericks. Sul giro di pista, invece, MJ ha dovuto aspettare la finale dei Mondiali 1999 a Siviglia per far meglio di Butch Reynolds (43’’18 contro 43’’29, primato che ha resistito per 11 anni), nonostante un’impressionante serie di gare (ben 22) chiuse in meno di 44’’, limite sotto il quale hanno corso, oltre a lui, soltanto altri sei atleti per complessivi 13 tempi. Un altro record è quello relativo alle medaglie d’oro vinte: quattro olimpiche (200 e 400 nel ’96; 400 e 4x400 nel 2000) e soprattutto nove iridate (4 sui 400 nel ’93, ’95, ’97 e ’99; 2 sui 200 nel ’91 e ’95; 3 con la 4x400 nel ’93, ’95 e ’99), ossia una più di Carl Lewis» (’La Stampa” 18/6/2001).