Varie, 4 marzo 2002
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JOLIE Angelina Los Angeles (Stati Uniti) 4 giugno 1975. Attrice. Figlia di Jon Voight. Oscar miglior attrice non protagonista per Girl interrupted • «Jolie, in francese, vuol dire ”graziosa”
JOLIE Angelina Los Angeles (Stati Uniti) 4 giugno 1975. Attrice. Figlia di Jon Voight. Oscar miglior attrice non protagonista per Girl interrupted • «Jolie, in francese, vuol dire ”graziosa”. Ma lei è molto di più [...] è di una bellezza vistosa, prorompente, di quelle che non si può fare a meno di notare. Capelli scuri, occhi blu, labbra grandi... Una bellezza che l’ha portata dritta al cinema. Si è fatta notare con il film sulla vita di Gia Carangi, la top model degli anni ’70 e ’80 morta di Aids nel 1986. [...] grande passione per il macabro. Da bambina, se le chiedevano cosa volesse fare da grande, rispondeva: ”Aprire un’agenzia di pompe funebri” [...]» (’Sette” n. 29/1998) • «Bisessuale dichiarata, un drago tatuato sul braccio sinistro, una croce sulla coscia, una H sul polso, un ideogramma giapponese che simboleggia la morte sulla spalla. E sullo stomaco un motto latino: ”Ciò che mi nutre mi distrugge” [...] Studentessa al Lee Strasberg theatre institute, dove ha mosso i primi passi sul palcoscenico, modella sulle passerelle di Londra, Parigi e New York e in numerosi video musicali [...]» (Elena Vaghi, ”Panorama” 7/10/1999) • «Star simbolo del terzo millennio [...] Tanto per incominciare, dice che non si è mai tirata indietro quando si trattava di sperimentare sesso e droga [...] ”Mi sono sempre sentita un po’ birichina. Ho avuto uno stile di vita sadomaso anche se c’erano persone che si sono fatte coinvolgere in quel mondo molto più di me. Io dovevo stare attenta perché sono un’attrice e dunque ho una visibilità particolare. Tuttavia, devo ammettere che questo mondo mi affascina [...] Ho sempre sentito che se qualcuno mi avvicinava per farmi provare qualcosa, io sarei stata l’ultima persona a tirarsi indietro. Avrei fatto almeno un tentativo [...] Ho preso qualsiasi tipo di sostanza stupefacente: cocaina, eroina, ecstasy, Lsd. Ma ciò che ha influito su di me nel modo peggiore, stranamente, è stato il fumo, che mi ha fatto perdere il controllo rendendomi sciocca e ridanciana” [...] Personaggio sullo schermo e, tanto più alla luce delle ultime dichiarazioni, anche nella vita, dunque. Angelina, del resto, è figlia di quel Jon Voight che a fine Anni Settanta visse un momento di gloria come protagonista di Un uomo da marciapiede, film culto per sessantottini e dintorni, accanto al Dustin Hoffman forse più bravo di sempre» (’La Stampa” 12/8/2003). Suo film più importante Lara Croft, nel quale interpreta l’eroina dei videogame: «Abbiamo molte cose in comune. Sono una donna avventurosa e curiosa. Sono una che non rinuncia facilmente e che combatte. Fisicamente? C’è sicuramente qualcosa, anche se il suo seno è ben più grande del mio». Premio Oscar 1999 come miglior attrice non protagonista per Girl Interrupted: «Quando vinci un premio corri sempre il rischio di prenderti troppo sul serio» ( ”La Stampa” 11/6/2001). «Quando ero una ragazzina mi capitava di interrogarmi sul senso della mia vita, spesso senza trovare risposte soddisfacenti. Soffrivo e vivevo male [...] Crescendo le cose non sono migliorate molto. [...] Ho sempre desiderato avere dei figli, specialmente adottivi. Non me la sentirei di mettere al mondo una nuova vita, ma adottando un bambino potrei rendere felice una vita che già esiste [...] Sono molto onesta, un po’ pazza [...] Anni fa ero a New York e volevo farla finita con la vita; mi sentivo inutile. Però non volevo suicidarmi perché non volevo che mia madre e mia sorella si sentissero responsabili della mia morte e della mia miseria. Quindi pensai di farlo sembrare un incidente: tramite amici di amici, contattai un killer, con il quale organizzai il tutto. Lui avrebbe dovuto introdursi nel mio appartamento e uccidermi. Ero decisa... [...] Alla fine il killer stesso mi ha dato un consiglio. Mi ha detto: chiamami tra due mesi, se lo farai ti ucciderò. Aveva capito che morire non era quello che volevo veramente. Non l’ho più chiamato» (’Il Messaggero”, 2/12/2001) • «Avere un figlio mi ha fatto capire che ognuno di noi ha destini diversi nella vita: io ho scoperto che adoro viaggiare e sentirmi utile, che voglio imparare a conoscere il mondo e fare buone cose per gli altri. Adoro essere mamma, e voglio avere altri bambini: immagino la mia casa piena di bambini di tutto il mondo, di ogni colore e religione, ma credo che sia molto difficile trovare un uomo che sia di aiuto e non di ostacolo a tutti questi miei desideri [...] Con Billy Bob all´inizio avevamo una cotta pazzesca, ossessiva, divertente, come quelle del tempo del liceo, ma col matrimonio siamo poco a poco diventati due persone diverse. Alla fine eravamo come due estranei, senza più niente in comune. Sia io che lui siamo cambiati drasticamente durante la nostra relazione. La mia vita è andata in una direzione e la sua in un´altra. Io sono più felice adesso, e mi auguro lo stesso per lui» (Silvia Bizio, ”la Repubblica” 26/7/2003) • «Con quei suoi labbroni carnosi, con le sue curve difficili da far passare inosservate e con quei suoi sguardi da divoratrice di uomini, è la perfetta Lara Croft, il primo personaggio digitale che, oltre a essere un passatempo elettronico, ha saputo generare fantasie erotiche. Ma passati due mesi da quando ha portato Lara sugli schermi per la seconda volta, riuscendo a piegare gli uomini o con l’arma della seduzione o con fruste, pistole e mosse di kung-fu, la Jolie di oggi è un’altra persona, sullo schermo e nella vita reale. [...] anzi diventata un’ambasciatrice delle Nazioni Unite. E quando parla di quello che ha visto nel corso di viaggi in Sierra Leone, piuttosto che in Namibia o ai confini con la Cecenia, non riesce a trattenere le lacrime. La bomba del sesso, selvaggia e imprevedibile, si è insomma reinventata come un’umanitaria. [...] ”Tutto ha avuto inizio un cinque anni fa, quando mi hanno mandato la sceneggiatura di Beyond Borders. In quei giorni avrebbe dovuto dirigerlo Oliver Stone, che poi ha preso altri impegni. Ho iniziato a informarmi. Poi ho fatto un viaggio in Sierra Leone, ho visto con i miei occhi bambini morire. E da allora non riesco più a far finta di niente e a ignorare. Il mio mestiere è fare film, non quello di salvare vite, ma se posso dare il mio piccolo contributo, lo vedo come un mio dovere”. Nel frattempo ha fatto due Lara Croft. ”Intrattenere la gente non è un crimine, ammesso che non si tratti di materiale che contiene messaggi negativi e Lara Corft non li ha. Certo, sarebbe bello vedere solo film che elevano la consapevolezza della gente e che aiutano a cambiare il mondo per il meglio. Ma questo non può accadere e così cerco un equilibrio”. Di bambini che non hanno abbastanza da mangiare o che non hanno le necessarie cure mediche sono pieni anche gli Stati Uniti... ”Un dramma, di cui la gente dovrebbe chiedere conto al presidente americano”. Che però fa parte di quella scuola di pensiero secondo la quale le Nazioni Unite sono una burocrazia corrotta e infida, nel caso dell’Iraq addirittura nemica. Che cosa prova come americana? ”Molti dicono che faccio il gioco dei terroristi, ho avuto anche minaccie di morte. vero, le Nazioni Unite non saranno perfette, ma se non esistessero milioni e milioni di persone in più sarebbero morte. E poi qual è il problema? Uno dei principi base della relazione tra paesi è che non combatti se non quando sei attaccato. Gli Usa hanno rovesciato questo principio e hanno creato un precedente molto pericoloso. [...] Provo sensi di colpa. Quando torno da viaggi in certi Paesi a volte vado in un bell’albergo, ordino servizio in camera e scoppio a piangere. Non posso farci molto, comunque. Cerco con le mie azioni di aumentare la consapevolezza. E di dare buona parte di ciò che guadagno a queste organizzazioni di assistenza”» (Lorenzo Soria, ”La Stampa” 15/10/2003).