4 marzo 2002
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Kabaivanska Raina
• . Nata a Varna (Bulgaria) il 15 dicembre 1934. Soprano. «Studiò a Sofia e si perfezionò a Milano, dove esordì alla Scala nel 1961 con Beatrice di Tenda di Bellini; in seguito colse le affermazioni più significativenel repertorio della fine dell’800 e dei primi del ’900. Si ricordano in particolare le sue interpretazioni in Manon e in Tosca» (Enciclopedia della Musica, De Agostini 1995). «Soprano-diva per vocazione naturale, seguita ovunque da gruppi scatenati di fedelissimi fan, artefice di una carriera ricca e lunga, costruita su una presenza teatrale intensa e una voce esuberante e duttile» (Leonetta Bentivoglio). «Colta, sensibile ad ogni novità intellettuale, laureata in filosofia e pianista, attrice di vigore drammatico, ironica» (’La Stampa” 18/4/2001). «Memorie di Tosca, le tante Tosca di Raina Kabaivanska. La Tosca ubriaca: ”Quella in film accanto a Placido Domingo, girata nei luoghi originali del libretto: dunque anche Castel Sant’Angelo, da cui dovevo lanciarmi, che orrore. Certo, sotto di me c’erano tanti materassi. Ma quel volo di tre metri mi pareva un tuffo nell’abisso, con lo spettacolo di Roma intera, ai miei piedi. Il panico mi paralizzava. Superai il terrore solo tracannando whisky, io che non bevo mai. E finalmente giù, protetta dall’ebbrezza”. La Tosca sanguinaria: ”Quella del ’95 a Macerata, in cui, per errore, al tenore Fabio Armiliato spararono davvero. Vidi il sangue che scendeva sui gradini, smisi di cantare, mi rivolsi al pubblico con voce esile e tremante, invocando: aiuto, un medico! E subito svenni sopra il cantante ferito”. La Tosca affettuosa: ”Quella che celebrò un mio compleanno, al San Carlo di Napoli, con Pavarotti come partner e Oren sul podio. Conclusa l’opera l’orchestra mi regalò i suoi auguri in musica, Luciano irruppe sulla scena con lo champagne e il pubblico esplose in applausi e grida di festa [...] Regista della mia prima Tosca, che fu a Modena nel ’71, fu il mio attuale marito, il quale poi lasciò il teatro, e oggi fa il farmacista. Ed ero incinta di mia figlia quando con Tosca debuttai alla Scala, dove ho fatto tre diverse produzioni di quest’opera grandiosa: puro teatro, che esige un impegno interpretativo straordinario» (Leonetta Bentivoglio, ”la Repubblica” 23/2/2002).