Varie, 4 marzo 2002
Tags : Garry Kasparov
Kasparov Garry
• (Gary Weinstein) Baku (Azerbaijan) 13 aprile 1963. Campione di scacchi. Figlio di un ebreo russo e una azerbaigiana. Cambiò il nome dopo la morte del padre, nel 1970, in un incidente d’auto. Apprese i primi rudimenti degli scacchi quando aveva solo 5 anni, da suo padre. A dieci, ormai orfano, entrò in una scuola per scacchisti. A 12 anni diventò il più giovane campione nella categoria giovanile dell’allora Unione Sovietica. A 16 anni diventò campione del mondo giovanile. La prima sfida per il titolo di campione del mondo contro Anatoly Karpov fu organizzata nel 1984: durò sei mesi e alla fine fu sospesa perché nessuno dei due sfidanti riusciva a prevalere. L’anno successivo, in novembre, Garry Kasparov, a soli 22 anni, riuscì a battere Karpov entrando nella storia come il più giovane campione del mondo di scacchi di tutti i tempi. Il suo «regno» durò incontrastato dal 1985 al 2000, quando fu sconfitto da Vladimir Kramnik. Fino a quel momento soltanto un computer era riuscito ad aver ragione di Kasparov: Deep Blue, nel 1997 • «[…] Per vent’anni è stato signore incontrastato della scacchiera. Ha giocato contro due grandi computer Ibm, Deep Blue (ha perso) e Deep Blue Junior (ha pareggiato). Ha sconfitto tutti gli esseri umani che ha incontrato. Non ha un carattere facile, non scende a compromessi. […]» (F. Dr., ”Corriere della Sera” 12/3/2005) • «[…] diventato quasi un abituale banco di prova per tutti i programmatori che si cimentano nel campo dell’intelligenza artificiale. Ci hanno provato in tanti a batterlo: Fritz, poi Genius 3.0 e poi il gigante della tecnologia, l’Ibm, che ha messo in campo il poderoso Deep Blue, costato nove anni di lavoro, capace di analizzare 50 miliardi di posizioni ogni tre minuti. Deep Blue fu clamorosamente sconfitto nel primo match, disputato nel 1996, per 4 a 2. Poi si prese una fortunosa rivincita, 4 a 3, per una svista di Garry nell’ultima partita, una delle pochissime in carriera e si ritirò senza voler fare la bella. C’è da dire, a sua giustificazione, che era atteso da più utili ricerche scientifiche, nel campo della telefonia e della ricerca spaziale. Ci ha provato allora Deep Junior, programmato dagli israeliani Amir Ban e Shay Bushinsky. chiaro che il tempo lavora tutto a favore della macchina e i cinque anni passati dall’ultimo duello erano un eternità, ma Kasparov non si è tirato indietro. Confortato da una borsa di 500.000 dollari, più un montepremi di altri 300.000 dollari in caso di vittoria, il campione azero si è seduto tranquillo al tavolo, senza alcun timore di fare brutta figura. La brutta figura l’ha fatta Deep Junior. Si è fatto trascinare in una di quelle posizioni a doppio taglio, apparentemente irrazionali e di grande complicazione in cui Kasparov e nessun altro si trova a suo agio. E ha sbagliato. La macchina ha commesso un errore e l’uomo l’ha punita. Questa in sostanza è la morale dell’incontro. Quando, alla 27ª mossa, il team di Deep Junior ha alzato bandiera bianca, Kasparov ha avuto una smorfia di soddisfazione. I 12.000 spettatori presenti si sono alzati in piedi e hanno calorosamente applaudito il loro campione, il campione del genere umano […]» (Riccardo Magrini, ”La Gazzetta dello Sport” 28/1/2003