Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2002  marzo 04 Lunedì calendario

Katanec Srecko

• . Nato a Lubiana (Slovenia) il 16 luglio 1963. Allenatore della Slovenia, che ha condotto alla fase finale degli Europei del 2000 e dei mondiali del 2002. Da calciatore ha giocato in Italia con la Sampdoria vincendo lo scudetto 1990/91, la coppa delle Coppe 1989/90, la Supercoppa italiana 1991 e la coppa Italia 1993/94. «Cresciuto nell’Olimpia Lubiana, sbocciato nella Dinamo Zagabria (’85-’86), passato al Partizan Belgrado (’87-’88) e allo Stoccarda (’88-’89, finale Uefa persa con il Napoli), venuto a vincere in Italia, con la Sampdoria prima di lasciare il calcio nel ’94, per un grave infortunio alla caviglia destra. stato nominato c.t. il 18 giugno ’98 e con lui la Slovenia ha conquistato per la prima volta la qualificazione all’Europeo (sedici squadre) e al Mondiale (trentadue). La conquista di un posto nella rassegna nippo-coreana ha fatto di Katanec una specie di eroe nazionale. La notte del 14 novembre, quando l’eliminazione della Romania nel ritorno dello spareggio a Bucarest è diventata ufficiale, nessuno ha chiuso occhio a Lubiana. [...] è stato la ”coperta” di Mancini nella grande Sampdoria di Paolo Mantovani e di Vujadin Boskov (ma per due anni ha sperimentato anche i metodi di Eriksson) [...] ”[...]Ho imparato sul campo, quando ero un giocatore, che se il gruppo non è solido, non si va lontano. Può sembrare un luogo comune, è la realtà. Se non si rema tutti dalla stessa parte, se non ci si sacrifica per la squadra, se non ci si aiuta in campo, di strada non se ne fa”. Katanec è diventato c.t. quasi per caso: ”Nessun dubbio che volessi fare l’allenatore e che quella fosse la mia vocazione e la mia scelta; alla nazionale ho detto di sì per spirito di servizio, convinto che fosse necessario creare un nuovo entusiasmo intorno alla squadra. andata bene [...] Non avrei mai pensato di qualificarmi per Euro 2000; quella è stata la vera sorpresa, per tutti e pure per me. Ho capito nelle tre partite giocate in Belgio e Olanda che potevamo puntare al Mondiale, perché la squadra ha saldato i conti con l’inesperienza, ma ha dimostrato di poter competere contro chiunque, senza fare brutte figure. [...]”. Katanec ha imparato da Boskov la duttilità tattica e la sua Slovenia gioca con un tradizionale 4-4-2, ”che può essere modificato in corsa, secondo le esigenze”. Così, quando serve, può trasformarsi in un 3-4-3 [...] ”Ma più di tutto contano l’ordine tattico e l’entusiasmo. Senza quelli non si va lontano”» (Fabio Monti, ”Corriere della Sera” 27/11/2001).