Varie, 4 marzo 2002
KHALED
KHALED Sidi El Houari (Algeria) 29 febbraio 1960. Cantante. Il più grande cantante di raï algerino, si è rifugiato a Parigi quando il suo paese è diventato una minaccia per un artista che cantava amore e libertà. Per comodità linguistica, perché lì c’erano tanti connazionali, perché è un paese democratico. «Khaled, non più Cheb (ragazzo) da quando i suoi capelli hanno cominciato a farsi grigi, è la voce più popolare del mondo arabo. Da tempo si fregia del titolo virtuale del re del Rai, il ritmo tipico della provincia algerina di Orano, dove è nato, ma la sua celebrità nasce dall’idea di contaminare la musica della sua terra con il pop occidentale, ma anche con i ritmi latini (in particolare il reggae). La miscela è stata una folgorazione seducente per il pubblico, per l’allora Cheb è stato il successo, ma anche l’odio da parte delle fazioni fondamentaliste e tradizionaliste algerine che mal tolleravano le sue disinvolture e certe frecciate contenute nei testi dei suoi pezzi. […] Forza, spontaneità, grande potenza ritmica, oltre a una voce dotata di particolare forza: sono queste le caratteristiche che fanno di Khaled uno dei grandi protagonisti della musica di oggi, ma anche l’uomo che è riuscito per primo a convolgiare l’artenzione generale sui tesori della tradizione araba» (Marco Molendini, “Il Messaggero” 24/7/2003).