Varie, 4 marzo 2002
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Khatami Mohammad
• Ardakan (Iran) 29 settembre 1943. Politico. Presidente iraniano dal 1997 al 2005. «[...] per il popolo era il simbolo delle riforme che in molti, nel chiuso delle proprie case o sotto gli chador, chiedevano da tempo. E l’ex ministro, costretto alle dimissioni nel ”92 e relegato a fare il direttore della Biblioteca nazionale, vinse con un inaspettato 70% dei voti. Trionfo inaspettato anche per i suoi: ”Verso mezzanotte lo chiamai per fargli i complimenti”, racconta la sorella Maryam [...] ”Mia nipote Leila rispose che Mohammad era già a letto a dormire. Le dissi: ”Che riposi tranquillo perché sarà la sua ultima notte di sonno’”. La sua formula elettorale? Le promesse di libertà e democrazia [...] l’educazione ricevuta dal padre, un ricco e rispettato ayatollah di Ardakan, nel deserto dell’Iran centrale, che insegnò ai figli (e alle figlie) il valore della tolleranza e la lettura quotidiana di giornali e libri, compresi quelli messi al bando. [...] Khatami non si vergogna di confessare in pubblico le sue debolezze terrene (ping-pong e nuoto) o la speranza che la moglie prenda la patente e guidi da sola. E i suoi discrosi - che traduce fluentemente in inglese, tedesco e arabo - seguono più le riflessioni filosofiche di Tocqueville, Platone o Aristotele che la trita retorica degli ayatollah [...]» (Sara Gandolfi, ”Sette” n. 23/2001).