Varie, 4 marzo 2002
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Kidman Nicole
• Honolulu (Stati Uniti) 20 giugno 1967. Attrice. Premio Oscar 2002 come miglior attrice protagonista per The Hours • «Un giglio bianco, una candela accesa, un dipinto di Friedrich. Una di quelle giovani signore, mamme borghesi degli anni 1945-55, composte come Grace Kelly o Deborah Kerr, vestite di seta, ben pettinate, con le perle: belle e fredde, distanti eppure materne e capaci di occultare ardori carnali. La sua unica scena veramente erotica, Nicole Kidman l’ha interpretata con un bambino di dieci anni in Birth di Jonathan Glazer: nudi, la signora e il ragazzino che sosteneva d’essere la reincarnazione del marito di lei stanno seduti insieme nella vasca da bagno, si toccano, si accarezzano piano, si fanno scorrere l’un l’altro l’acqua addosso, si fissano negli occhi, si sorridono amorosamente. Nicole Kidman [...] è bellissima, elegantissima, brava, d’una versatilità non comune. Nata alle Hawaii da una famiglia australiana, alta, sottile, con lineamenti fini, rossa di capelli e di pelle, ha cominciato a fare cinema a 22 anni, subito protagonista in Ore 10 calma piatta di Philip Noyce, thriller marino in cui fronteggiava da sola su una barca un bell’assassino psicopatico. Sopraffatta dalla crudeltà altrui e vendicatrice spietata in Dogville di Lars von Trier, in Moulin Rouge è stata una seduttrice spettacolare, in The Others una occulta infanticida, in Eyes Wide Shut di Kubrick una moglie misteriosa. stata persino una stupida accecata dall’ambizione di diventare una diva del giornalismo tv, una borghesuccia vanesia e amorale in Da morire di Gus Van Sant; è stata magnifica a trent’anni in Ritratto di signora di Jane Campion dal romanzo di Henry James, un memorabile quadro d’infelicità femminile; è stata brava nei film accanto all’ex marito Tom Cruise (Cuori ribelli, Giorni di tuono). Ma non è perché sia brava, perfezionista e di ambizioni bene organizzate, che Nicole Kidman piace. Piace perché è bella, naturalmente. Perché non è una bellezza contemporanea: la sua grazia, i lineamenti delicati, gli occhi chiari sono senza tempo e senza luogo, possono assorbire tutti gli ideali e i modelli possibili (aristocratica settecentesca, romantica ottocentesca, clone, cyborg). Piace perché le spettatrici sono convinte, spiandola sullo schermo, di poter cogliere i segreti di uno chic sublime; e perché gli spettatori possono immaginare d’essere capaci di infrangere quella corazza di remota freddezza» (Lietta Tornabuoni, ”L’Espresso” 21/4/2005). «Rappresenta, prima nella moda e nel lavoro (due figli adottati, cento impegni di beneficenza o glamour) un modello di successo. ”Ho sofferto, ho perduto alcune battaglie, ne ho vinte altre. [...] Ho scelto film senza pensare alle possibilità di successo, ma perché mi stimolavano. Il lavoro, che sembra oggi darci in assoluto una identità, è solo un surrogato della vita”» (Giovanna Grassi, ”Corriere della Sera” 4/6/2004). «Sono una attrice ”bizzarra”. Ho bisogno di sorprese e di registi attenti al mio carattere» (Giovanna Grassi, ”Corriere della Sera” 14/5/2003). «Si sta imponendo come eroina letteraria del cinema contemporaneo [...] ”Da ragazzina divoravo romanzi. Personaggi come la Dorothea di Middlemarch o la Natasha di Guerra e Pace, libri come Jane Eyre, Cime tempestose, mi hanno fatto diventare attrice, perché volevo essere quelle donne, perdermi in loro. Il libro per me è sempre stato l´inizio della vita”» (Silvia Bizio, ”la Repubblica” 9/7/2003). Ex moglie di Tom Cruise: «Avevano resistito con orgoglio alla crisi del settimo anno. Mentre le altre coppie glamour di Hollywood cadevano come mosche. [...] Venivano additati come ”il marito e la moglie modello”, inseparabili. [...] Poi l’addio, motivo: ”Le difficoltà di avere carriere divergenti, che ti tengono costantemente separati” [...] La loro love story, almeno ufficialmente, era stata fulminante. Ancora fresco il divorzio di Cruise dalla prima moglie Mimi Rogers, nel 1990 il Top Gun perse la testa per Nicole sul set di Giorni di tuono (un flop). ”Un’attrazione sessuale irresistibile”, disse lui allora. Nicole confermò e mollò l’allora fidanzato australiano Marcus Graham. Alla vigilia del Natale 1990, dopo soli quattro mesi insieme, il matrimonio, tra voci - false - che lei è incinta. In mancanza di figli naturali, più tardi, adottano due bambini. Nel 1992 tornano a girare insieme: Cuori ribelli, altro flop. ”La dimostrazione - scrive un critico - che la passione vera non si traduce sempre al box office”. Poi lei confessa che al sesso è subentrato l’amore: ”Lui mi adora soprattutto per i miei difetti” [...] Ma corre la voce di una crisi coniugale iniziata, pare, durante la claustrofobica coabitazione di Eyes wide shut. Sul set londinese del film il regista Stanley Kubrick tiene i due attori prigionieri per diciotto mesi, costringendoli a ripetere dozzine di volte la stessa scena di sesso. Un perfezionismo voyeuristico ai limiti del maniacale che avrebbe minato anche l’intimità di coppia più profonda. Quando un rotocalco scrive che sono stati costretti a ricorrere a un terapista sessuale per le scene più ”hard”, i due querelano e vincono la causa. Ma il danno ormai è fatto. ”Quel film mi ha fatto venire l’ulcera”, si lascia scappare Cruise. La gente della strada forse avverte il loro disagio. Nonostante un battage pubblicitario senza precedenti, il film viene massacrato dai critici e snobbato dal pubblico. ” una noia mortale - scrive un giornale -, nessuno ha voglia di andare al cinema a vedere una coppia vera che interpreta una coppia finta”» (Alessandra Farkas, ”Corriere della Sera” 6/2/2001). «Sono cresciuta con un padre che ha sempre incoraggiato noi figlie ad avere opinioni e farci largo nella vita [...] mi piacciono uomini sicuri di sé, a cui piace spronare la loro donne, a cui piace vederle trionfare. Se esiste un tipo opposto di uomo, quello che tarpa le ali alla sua donna, io non lo conosco perché mi infastidisce il solo pensiero [...] ci metterei la firma a essere dieci centimetri più bassa. Sono stufa di guardare dall’alto i miei uomini» (Silvia Bizio, ”la Repubblica” 7/6/2004). «Come la barca a vela nell’oceano su cui si era distinta nel ruolo che la rese famosa nel mondo, nel thriller del 1989 Ore 10: calma piatta, Nicole Kidman naviga indisturbata le acque turbolente del cinema. [...] ”Per me l’unico criterio di scelta è cercare di non ripetermi, non fare mai la stessa cosa. Variare il più possibile e scegliere il regista giusto. Non deciderei mai di fare o meno un film per via dell’attore coprotagonista, perché il film non è degli attori, è del regista. Inoltre la chimica con la tua controparte è strana: a volte può funzionare benissimo sul set con qualcuno, ma questo non si traduce sullo schermo, o viceversa. E questo ha molto a che vedere col regista, che sa come alterare le formule per lo schermo [...] Ci sono giorni in cui mi sento alle prime armi. E ci sono film che mi fanno sentire un senso di freschezza, di entusiasmo quasi adolescenziale. Mi rigenero in continuazione, ed è questo che amo della recitazione. In fin dei conti se non avessi sempre un ruolo sulle spalle non saprei di che pelle sono fatta [...]» (Silvia Bizio, ”L’Espresso” 21/4/2005). Vedi anche: Jean-Pierre Lavoignat, ”Sette” n. 2/1997.