4 marzo 2002
Tags : Ismat Kittani
Kittani Ismat
• . Nato il 5 aprile 1929, morto a Ginevra (Svizzera) il 23 ottobre 2001. «Famiglia di poveri contadini curdi, nella regione più occidentale dell’Iraq. Studiò con sacrifici e profitto, vinse una borsa di studio per il Knox College, a Galesburg, in Louisiana, negli Stati Uniti. Nel 1951 si diplomò in scienze politiche e in inglese, tornò in Iraq, insegnò per qualche mese, divenne funzionario del ministero degli Esteri. Per tre anni servì presso l’ambasciata al Cairo. Nel 1957, quando l’Iraq divenne membro provvisorio del Consiglio di sicurezza, fu inviato a New York con la missione irachena. Nel 1961 fu promosso rappresentante permanente dell’Iraq all’ufficio europeo dell’Onu a Ginevra. Nel 1964 fu trasferito a New York per lavorare nell’ufficio di U Thant, segretario generale alla Nazioni Unite. Nella nuova funzione incontrò spesso e divenne amico di Kurt Waldheim, ambasciatore austriaco alle Nazioni Unite. Quando Waldheim divenne segretario generale, fu suo assistente. Fu con Waldheim quando nel 1976 Waldheim fu riconfermato segretario generale nonostante le opposizioni di quello che allora si chiamava il Terzo Mondo. Era già tornato a servire nella diplomazia irachena quando il veto cinese impedì a Waldheim di diventare segretario generale per la terza volta. Si congratulò con Waldheim quando Waldheim fu eletto presidente austriaco, non lo attaccò né lo difese quando affiorarono ombre sul passato del presidente austriaco durante la Seconda guerra mondiale. Era al ministero degli Esteri del suo paese quando al Cairo fece in modo che l’Egitto fosse espulso dal movimento arabo in seguito al riavvicinamento a Israele. Al Cairo si procurò i sospetti del suo predidente Saddam, si guadagnò la riconoscenza e l’amizia di Boutros Boutros-Gali, sottosegretario agli Esteri. Era ambasciatore presso le Nazioni Unite quando dovette difendere l’Iraq dalle accuse di avere usato gas tossici nel conflitto contro l’Iran. Boutros-Gali riconoscente lo volle ancora con sé. Ismat Kittani non si lasciò confondere dalla Guerra del Golfo, dalla persecuzione di Saddam nei confronti dei curdi, della sua gente. Come funzionario delle Nazioni Uniti fu nella Somalia in guerra, fu nella ex Jugoslavia in guerra. Qualcuno apprezzò le sue doti diplomatiche, qualcuno criticò il suo livello di conoscenza delle situazioni locali. Kofi Annan, lodò la sua vita, lo indicò come esempio» (’Il Foglio”, 24/11/2001).