Varie, 4 marzo 2002
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Kohl Helmut
• (Germania) il 3 aprile 1930. Politico. Ex cancelliere tedesco • «Helmut Kohl nasce a Ludwigshafen, nella Renania-Palatinato, tre anni prima dell’ascesa al potere di Adolf Hitler. Troppo piccolo per entrare nelle file del partito nazionalsocialista, troppo grande per non ricordare come la guerra cambiò il volto del suo paese: ”Mio fratello aveva quattro anni più di me - si legge nei Ricordi - e avevamo un rapporto molto stretto. Il momento in cui l’ho salutato per l’ultima volta fa parte delle immagini decisive della mia vita. Stava per andare in guerra, e io l’avevo accompagnato la mattina presto alla fermata del tram, a cinquanta metri da casa nostra. Prima di salire si è voltato di scatto e ha detto all’improvviso: ’Abbi cura di te, non ritornerò. E soprattutto bada alla mamma’”. Il padre era infatti anziano e malato, aveva partecipato alla guerra anche lui e quando tornava in licenza dal fronte raccontava ai suoi amici le cose tremende che aveva visto in Polonia: ”Mio fratello ed io dovevamo lasciare la stanza. Ci mettevamo a origliare dietro la porta ma non capivamo nulla di quanto si dicevano. Ricordo solo una frase di mio padre, il cui senso per noi bambini rimase allora oscuro: ’Che Dio ci aiuti, se un giorno dovremo scontare questi delitti’”. Chi vuole capire cosa è stata la vita di Helmut Kohl deve cominciare dall’inizio: ”L’infanzia in una famiglia felice, il Terzo Reich, e l’esperienza di un bambino che dopo i bombardamenti scavava tra le macerie e trovava solo cadaveri”. La politica, è cominciata solo dopo, nel 1947, quando il giovane Kohl sposò la causa dei cristiano democratici e partecipò, prima a livello regionale e poi a livello federale, alla grande ripresa economica e politica della Germania. ”Ma tutto sarebbe andato diversamente se non avessi avuto la fortuna di essere nato più tardi. Non è un merito morale della mia generazione quello di non essere stati coinvolti nella colpa. Il caso della nostra data di nascita ci ha risparmiato di dover scegliere fra conformismo e complicità da un lato e il destino di martiri dall’altro. Non abbiamo motivi di fierezza, ma di responsabilità”. [...] Hannelore, la moglie, morta suicida nel maggio del 2001 dopo 53 anni passati al suo fianco. Helmut Kohl non riesce a nascondere un profondo senso di inadeguatezza nei confronti di quella enigmatica fine. [...] Tutti sanno che la signora Kohl soffriva la solitudine, al punto da rinchiudersi in quella volontaria cecità che ne segnò la fine. Una volta, in una rara intervista, dichiarò: ”Ho imparato dal mio cane, che è capace di avere fiducia nel mio ritorno per tantissime ore. E spesso è su di lui che sfogo la mia tristezza, e la mia rabbia”» (’La Stampa” 5/3/2004).