varie, 4 marzo 2002
KRAVITZ
KRAVITZ Lenny Brooklyn (Stati Uniti) 24 maggio 1964. Rockstar • «Principe dei tamarri secondo alcuni, sex symbol per molte signore e musicista di razza per i più attenti estimatori […] ragazzo cresciuto tra due culture molto diverse: ”Quella ebraica di mio padre e quella afroamericana di mia madre, con anche radici indiane. A scuola quando facevano l’appello e chiamavano Kravitz, vedendo me con questa faccetta nera i maestri si mostravano sempre stupefatti. All’epoca queste mescolanze etniche erano inusuali […] Mi considero soprattutto un musicista perché la musica è sempre stata in me: da bambino canticchiavo Ciaikovski e nella casa dei miei genitori a New York circolavano Miles Davis e Count Basie, Lionel Hampton e Duke Ellington. Per me erano solo amici di famiglia, ho realizzato più tardi che cosa significassero […] Il mio nonno materno quando viene a trovarmi a Miami Beach e si affaccia alla terrazza sul mare ancora è stupefatto: lui si ricorda di quando i neri potevano avere accesso a Miami Beach soltanto fino alle sei di sera, e con un pass di riconoscimento. Per me è una grande soddisfazione questo suo riconoscimento tardivo, anche nel ricordo di quelle restrizioni» (Marinella Venegoni, ”La Stampa” 25/3/2001) • «Da ragazzino - figlio di un’attrice nera e di un produttore televisivo, ebreo americano e bianco - a casa sua lo coccolavano personaggi come Miles Davis e Sarah Vaughan. Oggi che è uno dei rocker più acclamati al mondo, porta i capelli dritti alla maniera afro, al collo una catena d’argento grossa come quella di una motocicletta, sul petto un corno di legno lungo un palmo, giubbotto di pelle con pelliccia e occhiali fumé anni Settanta. Ma guai a chiamarlo divo, perché dice di non sentirsi affatto tale. […] Si è appena fatto ritrarre nudo integrale per un libro fotografico con vari piercing nei punti più impensabili e presumibilmente dolorosi. E che pure sostiene di non aver mai peccato di narcisismo» (Carlo Moretti, ”la Repubblica” 23/2/2002).