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 2002  marzo 04 Lunedì calendario

LA MALFA Giorgio

LA MALFA Giorgio Milano 13 ottobre 1939. Politico. Laureato in Economia (a Harvard) e Giurisprudenza. Figlio di Ugo La Malfa (1903-1979), storico leader del Partito repubblicano, partito con cui fu eletto alla Camera nel 1972, 1976, 1979, 1983, 1987, 1992. Rieletto nel 1996 con l’Ulivo, nel 2001 con la Casa delle Libertà, nel 2006 con Forza Italia (andò nel gruppo misto), nel 2008 col PdL (poi abbandonata per passare al Gruppo Misto). Fu ministro del Bilancio nei governi Cossiga II, Forlani e Spadolini I e II (1980-1982), delle Politiche comunitarie nel Berlusconi III (2005-2006) • «Suo padre Ugo fu tutto: resistente, costituente, potente. Segretario, ministro. Fu uno dei grandi della Prima Repubblica. Lui, Giorgio La Malfa, per questo è stato definito per anni ”Gesù Bambino” dai detrattori. [...] Laureato ad Harvard in Economia [...] Nel 1972, a 33 anni, entra alla Camera. Assurge alla segreteria del Pri solo due anni dopo la morte di Ugo. Ma la grande svolta è nel 2001, quando si schiera con la Cdl: vince, ma non senza dover prima pagare lo scotto di una scissione. [...]» (’Corriere della Sera” 24/4/2005). «Direttore della ”Voce Repubblicana”, sostenitore di Mani pulite, moralizzatore, venne beccato (gloriosamente, secondo noi) con le mani sporche della colla dei manifesti che s’era fatto pagare con i finanziamenti illeciti. Pur mazziniano, non s’è fatto un giorno di carcere, né uno di esilio. azionista, ma non è stato accettato in nessuna loggia, anche Gelli l’ha schifato. repubblicano nel senso dell’acidità. Durante il soggiorno delle Loro Maestà di Spagna, Juan e Sofia di Borbone, è arrivato con studiato ritardo alla seduta solenne di Monte Citorio pensando di fare uno strepitoso dispetto. Un cameraman che non l’ha riconosciuto gli ha chiesto pure la cortesia di tenergli per un attimo il flash, giusto nell’angolazione perfetta della sua camminata storta. storto negli umori. solo un repubblicano» (Pietrangelo Buttafuoco, ”Dizionario dei nuovi italiani illustri e meschini”, 17/10/1998). «[...] laureato negli Usa, politico ed economista assai ascoltato [...] ricoprì - tra il 1980 e il 1982 - la carica di ministro del Bilancio in tre diversi gabinetti succedutisi in quel breve lasso di tempo. Cominciò nel secondo governo Cossiga (1980), proseguì con Forlani presidente del Consiglio (1980-’81), chiuse la sua esprienza di governo col primo governo Spadolini (1981-’82). Nel 1987 era diventato segretario del Pri, prendendo il posto di Giovanni Spadolini, chiamato - appunto - alla presidenza del Senato. In tutti gli esecutivi di cui ha fatto parte - ma più in generale durante tutta la sua attività politico-parlamentare - Giorgio la Malfa ha portato con sè quel modo di essere perfezionista e un po’ critico che lo ha sempre contraddistinto. Polemico il giusto, sempre molto convinto delle proprie opinioni, Giorgio la Malfa - come in fondo anche suo padre, Ugo - ha spesso dato l’idea di stare al governo ma, come dire?, con la propensione a uscirne appena le sue tesi, soprattutto in materia di economia, venissero discusse o contestate. [...] un percorso che, con l’avvento della cosiddetta Seconda repubblica, si era fatto naturalmente meno lineare, rispetto agli anni trascorsi nel ”suo” Pri. Nel 1994, infatti, Giorgio La Malfa tentò l’avventura non fortunata col Patto per l’Italia, assieme a Segni e Martinazzoli. Nel 1996 si candidò nella lista ”Per Prodi” ma poi cinque anni di legislatura e tre diversi governi di centrosinistra lo convinsero al gran salto nella Casa delle libertà di Berlusconi, diventando poi - nel 2003 - presidente della Commissione Finanze di Montecitorio. [...]» (’La Stampa” 23/4/2005).