Varie, 4 marzo 2002
Tags : Karl Lagerfeld
Lagerfeld Karl
• Amburgo (Germania) il 10 settembre 1933. Stilista • «[...] lo stilista più pagato, più eclettico, più cosmopolita, più erudito del mondo. Stilista? Non solo. Karl Lagerfeld è molto altro: è un fotografo (e sogna di essere il nuovo Helmut Newton), è un creativo pubblicitario, è un editore, è un imprenditore, è un furibondo collezionista d’arte, a tempo perso anche un attore. [...] look [...] da damerino del Settecento rivisitato in chiave dark: capelli ormai bianchi, non c’è più bisogno di incipriarli come faceva da giovane, legati in un codino, cravatta di cuoio nero, al collo un filo di grosse perle grigio scuro, di perle anche la spilla che immobilizza la cravatta. [...] Tutto è studiato in Karl Lagerfeld e nel suo personaggio, ogni dettaglio, ogni mossa, ogni parola. [...] Col suo codino e il suo colletto inamidato è così immediatamente riconoscibile, così famoso, da non riuscire neppure a camminare per la strada: [...] ”[...] Neanche fossi una rockstar. Mi piacerebbe andarmene in giro indisturbato, ma non è possibile. Ho sempre bisogno di una bodyguard, sono gli inconvenienti della popolarità. lusinghiero, mentirei se dicessi il contrario, ma avrei preferito mi fosse capitato quando ero giovane, non so, a 40 anni” [...] una sorta di Re Mida per conto terzi. [...] collega e coetaneo Yves Saint Laurent. Cominciano insieme, a Parigi, vincendo ex aequo un concorso, giovanissimi; lui va disegnare da Balmain, Saint Laurent da Dior. Dior muore all’improvviso e Saint Laurent a 21 anni diventa una star, mentre Lagerfeld, prima di assurgere all’olimpo della fama, deve pazientare lunghi anni. Deve aspettare di essere scritturato - non senza riserve all’inizio, lo ritenevano troppo sulfureo - per rianimare il boccheggiante marchio Chanel, gioco di prestigio che gli riesce magnificamente. [...] ”Sono un ninfomane della moda che non raggiunge mai l’orgasmo, sono un eterno insoddisfatto [...] la moda è felicità, non sopporto i colleghi che creano soffrendo, in fondo facciamo solo vestiti” [...] si definisce ”un acrobata, un camaleonte, un raffinato voyeur” [...] Ha raccontato tante volte che a 11 anni chiese alla madre: che cos’è l´omosessualità? Lei minimizzò: niente di importante, come avere i capelli neri oppure averli biondi, tutto qui. Il grande amore di Karl Lagerfeld è morto nell’89, falciato dall´Aids: si chiamava Jacques de Bascher e aveva 38 anni. Fu chiuso nella bara abbracciato al suo orsacchiotto Mischka. [...]» (Laura Laurenzi, ”la Repubblica” 15/7/2007).