Varie, 4 marzo 2002
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Lange Jessica
• Cloquet (Stati Uniti) 20 aprile 1949. Attrice • « una delle grandi di Hollywood, una delle attrici la cui carriera ha avuto inizio con la solita parte della bambola bionda (King Kong) e che poi, con interpretazioni come quella di All that Jazz o Frances ha saputo diventare un’attrice solida, rispettata e pluripremiata come Meryl Streep. Jessica Lange è anche una che sta lontano da chirurghi di fiducia, ritocchi ai seni, rimpolpatine alle labbra e anche da Hollywood, avendo scelto di vivere invece in una fattoria del Minnesota. Con il risultato che, passata la soglia dei 50, è praticamente scomparsa dalla circolazione. Ogni tanto però riemerge dal suo esilio non tanto volontario e riesce sempre a ottenere non solo ondate di nostalgia per i suoi film del passato ma ammirazione per il suo lavoro del momento. A volte è a teatro, quando stupisce tutti come la Stella di Un tram chiamato desiderio. A volte è per un film televisivo, come Normal, e sono subito premi e riconoscimenti. [...] L’ha voluta Tim Burton, come una delle interpreti di Big Fish. [...] Il fascino di una donna sicura di sé e del suo mestiere, totalmente a suo agio dentro il suo corpo di cinquantenne. [...]» (Lorenzo Soria, ”La Stampa” 4/12/2003). «[...] si era imposta come la bellezza più eccitante e ”pericolosa” della scena americana. Nel ’76 debuttò nel cinema con il primo remake di King Kong. Era nata una sex-symbol, non priva di talento e autorità. Fece rabbrividire la sua carica erotica e la maniera con cui domava uno scatenato Jack Nicholson in un altro remake, Il postino suona sempre due volte (’81), e mostrava delicatezza in Tootsie (’82), con cui si guadagnò un Oscar. Ne vinse un altro nel ’94 per Blue Sky. Ha fatto parlare di lei il suo rapporto con il ballerino Mikhail Baryshnikov (da cui ebbe una figlia), e quello con l’attore e drammaturgo Sam Shepard [...] ”Io ho iniziato male, con quel King Kong tutto sex-appeal e poco altro. Ho quindi dovuto provare me stessa. Dopo quel film nessuno credeva che potessi essere un’attrice seria, e sono stata sottoposta a un duro tirocinio. La fortuna mi ha aiutato, perché i film che feci dopo in rapida successione erano molto interessanti. Penso a Il postino suona sempre due volte, Frances, Tootsie, ruoli che costringevano a prendermi seriamente come attrice, al di là della mia presunta bellezza [...] Purtroppo anch’io sono caduta vittima di quel condizionamento, tipicamente americano, che ti porta a non essere mai soddisfatto di quello che hai, perché c’è sempre qualcuno che ha qualcosa di meglio. Anche quando sei al tuo massimo, quando il tuo corpo è forte e il viso è senza rughe, non ti senti del tutto capace di apprezzare la tua bellezza. colpa dell’industria della moda, delle pubblicità, di tutto quello che non permette alla donna americana di accettarsi per quello che è” [...]» (’L’espresso” 27/12/2005).