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 2002  marzo 04 Lunedì calendario

LARIO

LARIO Veronica (Miriam Bartolini) Bologna 19 luglio 1956. Ex attrice. Moglie di Silvio Berlusconi, conosciuto nel 1980 nel camerino del Teatro Manzoni di Milano (era la protagonista del «Magnifico cornuto»). Nel 1984 nasce la primogenita della nuova unione: Barbara. Un anno dopo Berlusconi ottiene il divorzio da Carla Dall’Oglio e la convivenza diviene ufficiale. Nel 1986 nasce Eleonora e nel 1988 Luigi. Nel dicembre 1990 si sposano con rito civile. Il primo strappo pubblico della coppia risale al 31 gennaio 2007, quando Veronica chiede in una lettera a Repubblica «pubbliche scuse» per alcune affermazioni rivolte alla Carfagna: «Se non fossi già sposato la sposerei subito». Il premier: «Eccoti le mie scuse. La tua dignità è un bene prezioso». Dopo la notizia sulla presenza del premier alla festa dei 18 anni di Noemi Letizia, a Casoria, il 28 aprile 2009 Veronica scrive all’Ansa. A proposito di showgirl indicate come candidate alle Europee scrive: «Ciarpame senza pudore». E sulla festa di compleanno: «La cosa ha sorpreso molto anche me, anche perché non è mai venuto a nessun diciottesimo dei suoi figli». Il 3 maggio 2009 rende pubblica la sua richiesta di divorzio • «Appartata e segreta, prigioniera di se stessa, della propria scelta. Personaggio anomalo [...] una dissidente nell’universo di Forza Italia, e a lei si guarda con rispetto. Se non ha un fans club come attrice, può contare però su molto di più: una sezione di partito intitolata a lei, nella bassa ferrarese, a Copparo. Mantiene autonomia di giudizio e indipendenza di pensiero, e piace a sinistra. [...] La notizia è che ci sono anche gli antiberlusconiani tendenza Veronica. In un paese che sgomita e corre in soccorso dei vincitori, lei non c’è mai. Non compare, si concede il lusso supremo di restare a casa. Ha scelto l’autoeclissi e, se è possibile, sta facendo ancora un passo indietro nell’ombra. Non contate su di me, è la parola d’ordine. [...] La strategia dell’assenza può produrre un rumore assordante. Al fianco di un marito onnipresente e sovresposto, la vera comunicatrice - padrona del non detto - è lei, icona mediatica moltiplicata dal silenzio. Eppure sarebbe per Berlusconi una prima signora delle più esportabili, come le sue barche e le sue case: di gran rappresentanza. No, grazie: no alla ribalta, no alle fotografie (e alle critiche), no al risalto mondano. Se lo conosci lo eviti. Involontaria leader di questa corrente forzista (e no), Veronica Lario - nome d’arte scelto quando faceva l’attrice in omaggio a Veronika Lake, Lario a echeggiare il lago. [...] A una signora che le ha chiesto se non avesse nostalgia del palcoscenico ha risposto: ”Oh no, se fosse così sarebbe terribile”. Vive con i tre figli - cui fa da madre e da padre - nella sontuosa Villa di Macherio che appartenne ai Visconti, fatta ristrutturare, per un gioco del destino, allo scenografo prediletto da Luchino, Mario Garbuglia. E’ il suo castello ecologico, blindatissimo ma elegiaco con l’orto biodinamico, gli arredi antichi, la grande cucina monumentale in cui troneggia una macchina del gas marca La Cornue, la più lussuosa del mondo. Ma Veronica non ama i lussi esibiti. E’ una donna ancorata alla sua terra, l’Emilia, una con un’infanzia modesta alle spalle e la mamma, presto vedova, che faceva la commessa alla Standa (un presagio?) Una che tira su i figli senza bambinaia, madre poco retorica; li ha mandati alla scuola steineriana, gli raziona la televisione anche se meno di una volta, ha concesso a Luigi il computer, e nei cosiddetti viaggi di piacere li obbliga, implacabile e sorridente, a visitare tutti i musei più importanti. [...] Negli ultimi anni la signora Berlusconi ha tentato di lavorare, ma l’impegno evidentemente non era compatibile con il doppio lavoro di madre e di moglie, e così Athena 2000, la sua società specializzata nella commercializzazione degli accessi alla rete telematica, è stata ceduta. Veronica è anche azionista di maggioranza del Foglio, di cui possiede il 38 per cento, acquistato un paio di mesi dopo l’uscita del giornale del quale si è sempre mostrata entusiasta, forse perché fuori dal consueto quadro del berlusconismo militante, dunque un’eccentricità da coltivare. Comunque un ottimo affare se si considera che le azioni le costarono due miliardi e 400 milioni e oggi il quotidiano è stato valutato attorno ai trenta miliardi. Ma non è un lavoro che le porta via tempo: la signora Berlusconi è un editore che non interferisce. [...] C’è chi ravvisa in lei il crisma malinconico di una certa solitudine. [...] Pochissime amiche, con le quali fa le stesse cose che fanno le donne normali quando il marito non c’è: al cinema e poi una pizza, però di rado e con la guardia del corpo al seguito, e invece della pizza magari un’insalata di pomodori e mozzarella. Ama la buona tavola, non si mortifica con troppe diete. E’ salutista, sì, ma senza fanatismi e integralismi, di gusti in fondo semplici, tanto che il marito recentemente, in una cena a Macherio con una decina di invitati, si è stupito vedendo arrivare in tavola del caviale: ”Veronica, come mai caviale?”. ”Ma amore, perché siamo ricchi”, ha risposto lei. Ha ironia e sa stare al gioco. A volte è lei stessa a raccontare al marito le barzellette su Berlusconi, quando non addirittura quelle sulla moglie di Berlusconi. Lui ne parla con rispetto a volte persino un po’ timoroso. Con i suoi collaboratori più stretti gli capita spesso di sottolineare: ”Questo lo dice anche Veronica”. Lei mantiene la sua libertà di critica: il Berlusconi che preferisce è quello che sorride, quello che afferma di apprezzare la satira, quello che gradisce Vincino sul Foglio, quello che fa la Bicamerale, quello che vuole Ruggiero agli Esteri. Il Berlusconi da cui dissente è quello con tentazioni da Masaniello, quello che gonfia i muscoli, quello più guascone. Lui stravede per la sua bellezza grandi forme, e ripete scherzando: ”A noi mariti di donne con capelli lunghi ci piacciono solo quelle con i capelli corti”. [...] Veronica, il cui stilista di riferimento è Armani nonostante la sua fisicità sia ben più esuberante di quella - al silenziatore - prevista dalla griffe, non è voluta andare neanche al matrimonio di Luna Berlusconi, la secondogenita di Paolo» (Laura Laurenzi, ”la Repubblica” 25/5/2001).