Varie, 4 marzo 2002
Tags : Cindy Lauper
Lauper Cindy
• New York (Stati Uniti) 20 giugno 1953. Cantante • «A volte basta una canzone per assicurarsi la carriera. Una melodia che transita da una generazione all’altra, senza invecchiare. Come Summertime o Unchained melody. Cyndi Lauper ha il privilegio di vivere nell’eden degli evergreen grazie a Time after time, che anche il grande Miles Davis volle incidere negli ultimi anni, rispettando, cosa rarissima nella storia del trombettista, la dolcissima linea melodica del brano. “La prima volta che l’ascoltai [...] rimasi senza parole. Ero una cantautrice timida, insicura, l’approvazione di Miles valeva più di un semplice incoraggiamento: voleva dire, vai avanti, continua a scrivere, sei sulla strada maestra”. In un solo anno, il 1983, la Lauper [...] stabilì un serie di primati con She’s so unusual: Time after time fu la canzone più ripresa di fine Novecento e lei il primo artista della storia ad avere quattro singoli tratti dallo stesso album al primo posto in classifica. Con Girls just want to have fun e She bop, un inno alla masturbazione, divenne un’icona femminista, ruolo che ha mantenuto intatto [...]è stata madonnara prima di Madonna, ma anche un’artista saggia, umana, disponibile. Sempre in prima fila nei concerti in favore delle donne, dei gay, nelle manifestazioni per l’ambiente e per i diritti civili. “ [...] sono per metà italiana? [...] Mia madre è originaria di Palermo [...] Dopo il mio disco d’esordio, tutti pensarono che fossi una ragazza scanzonata e un po’ ignorante. In realtà sono cresciuta con Ferlinghetti e Henry Miller. La pop music è considerata sottocultura solo perché un cantautore è costretto a usare le parole in economia. In realtà fa doppia fatica, perché deve sceglierle con cura e adattarle alla musica”. Si è presa la rivincita interpretando L’opera da tre soldi di Brecht & Weill a Broadway, nel 2006. “Lì ho riscoperto il mio spirito di poetessa stracciona. Per il personaggio di Jenny (delle spelonche) ho rispolverato la Cyndi col cappellaccio e il maxicappotto di panno nero che alla fine degli anni 70 cantava con i Blue Angel nei nightclub di New York per cinquanta persone” [...]» (Giuseppe Videtti, “la Repubblica” 11/9/2008) • «[...] faccia da matta che entrava in cucina all’alba ululando alla mamma cicciona intenta a rompere le uova che tornare tardi è un diritto perché le ragazze vogliono solo divertirsi un po’ [...] Ma a te piace di più Cyndi Lauper o Madonna? Ce lo chiedevamo così, negli anni Ottanta (ma ancora nel 1995 il Corriere l’apostrofava come l’anti Madonna) e la maggior parte delle volte il significato della risposta era estetico, mai più politico. Però già si capiva che era l’Altra che sarebbe diventata la regina del mainstream. Perché Cyndi faceva delle scelte. L’Altra godeva già a pilotare le nostre. Molte avrebbero voluto che Lauper ce la facesse, che la pazzia l’avesse vinta sul marketing, il caos sulla brand awareness: [...] con She’s So Unusual vendette cinque milioni di copie dicendo che il denaro trasforma ogni cosa e che i ragazzi che ne sanno di greco e e latino mettono paura. Le ragazzine di tutta America si vestivano come lei e “Girls Just Want To Have Fun” (scritta, per inciso, da Robert Hazard, pressoché anonimo emulo di Bob Dylan che per quasi tutta la vita ha osannato folk e country music) era diventato un anatema per ricacciare all’inferno il demonio della cattività femminile [...]» (Stefania Vitulli, “Il Foglio” 24/5/2008).