Varie, 4 marzo 2002
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Lee Christopher
• (Christopher Frank Carandini) Londra (Gran Bretagna) 27 maggio 1922. Attore • «Senza dubbio uno dei più popolari attori del XX secolo. Il suo per il pubblico è il volto di Dracula ma la sua fama è dovuta ai 234 film e circa 30 film per la tv che ha interpretato nella sua lunga carriera. Ma non pensiate che si tratti di un pensionato del cinema, perchè è ancora attivissimo e i suoi ultimi lavori sono stati nientemeno che Il signore degli anelli e Guerre Stellari. [...] ”Nel 1997 sono andato in Pakistan e ho speso dieci settimane con attori indiani, pakistani, inglesi. Ho interpretato un uomo di nome Mohamed Ali Jennah, un personaggio popolare pakistano di larghe vedute, incorruttibile, integro, brillante, seguace di Gandhi. Grande successo in Pakistan dove è rimasto oltre tre mesi nei cinema. Sicuramente l’esperienza più bella della mia vita d’attore. Non è stato mai distribuito perché era un film su un leader musulmano e i distributori hanno pensato che se lo avessero programmato, qualcuno avrebbe messo una bomba nel cinema [...] Il più bel film di terrore che ho visto è sicuramente Rosemary’s Baby. Mi emoziona ancora quando lo vedo, con quel terrore riflesso nell’espressione di Mia Farrow. E la ragione è molto semplice: tu non vedi niente di quanto sta accadendo. E lo stesso accade nei film di Hitchcock. In Rosemary’s Baby gli occhi, le mani, il corpo di Mia Farrow parlano. Ho sempre pensato che è proprio ciò che non vedi e che ti viene suggerito quello che ti intriga e ti terrorizza di più, perché lascia spazio all’immaginazione dello spettatore ed è più forte di quello che può offrirti lo schermo. Lo appresi da Boris Karloff col quale ho girato tre film e che è stato mio vicino di casa a Londra. Ricordo quando dicevano che di mattina andasse a raccogliere i cadaveri dai contenitori dell’immondizia, ma era un uomo meraviglioso. Difficile paragonare gli splendidi film in bianco e nero degli anni Trenta con quelli a colori degli anni Quaranta della Hammer. Tuttavia posso dire che il film più terrificante interpretato in quegli anni fu La casa del terrore, che feci con Susan Strasberg. Poi l’horror è diventato un genere che si è riempito di sangue, sangue, sangue. Non capivano che mostrando tutto al pubblico, un giorno avrebbe reagito dicendo, basta, basta. Credo che il livello di questi film si sia abbassato molto e con risultati spesso disgustosi [...] I film dell’orrore ono stati molto importanti per me. Recitavo da oltre dieci anni, e nel 1957 l’interpretazione di La maledizione di Frankenstein mi ha fatto conoscere a livello mondiale. E per dieci anni ho lavorato alla Hammer interpretando personaggi quali Dracula o Fu Manchu che hanno fatto il giro del globo. Ma già nel 1970 interpretavo un western con Raquel Welch, e poi ho lavorato con Billy Wilder, e nel 1987 al Saturday Night Live che aveva oltre 35 milioni di spettatori. Sono stato molto felice nell’interpretare quei film, che oggi però chiamo la mia ”Grave Art”, la mia arte tombale [...] Che faccio se smetto di lavorare? Cary Grant smise, ma andò a lavorare per Fabergé. Randolph Scott smise e, più o meno, anche Bing Crosby. Ma John Gielgud lavora ancora e deve avere 94 o 95 anni. No, io non smetterò mai» (Renzo Fegatelli, ”la Repubblica” 28/5/2002). «Da giovane, molto prima che la sua carriera prendesse il volo, produttori e registi gli hanno ripetuto per anni la stessa cosa: ”Troppo alto, non farai strada”. Poi, come narrano spesso le leggende dello spettacolo, è successo esattamente il contrario e oggi, diritto come una statua, imponente, elegantissimo nel gilet color senape, aggiunge alla sua lunga galleria di successi, Dracula in testa, un personaggio che non verrà dimenticato, quello del diabolico Saruman, mago tutto bianco, antagonista di Gandalf il Grigio (Ian McKellen) ne Il signore degli anelli: ”Il mio è un ruolo molto complesso perché rappresenta il Male nella sua accezione più pericolosa; Saruman è il più gentile, il più nobile fra i maghi, la sua conversione alla malvagità rappresenta per Gandalf un vero shock. Lui sa essere affascinante, ipnotico, a tratti addirittura ragionevole e per questo la gente è indotta a credergli”. D’altra parte i cattivi sono sempre stati la specialità di questo attore londinese che, con il tempo, acquista sempre più glamour: ”I personaggi negativi presentano molte più attrattive degli altri, hanno più sfaccettature, sono perfidi, ma spesso anche intelligenti, sarcastici e perfino sorridenti. Saruman è proprio così. E in questo sta il suo fascino”. Dalla saga di J.R.R Tolkien, l’attore è sempre stato attratto, fin dal primo approccio con il libro avvenuto quando aveva 34 anni e desiderò subito di essere Gandalf: ” una saga di incredibile potenza, immortale come l’Iliade e l’Odissea, scritta da un genio totale che, oltre a inventare storia e personaggi, ha costruito un intero impianto linguistico”. E dire che, quando una sera, in un pub di Oxford, l’attore si trovò per puro caso davanti allo scrittore in carne e ossa, non riuscì a spiccicare parola: ” vero, ho solo detto ”salve, come va?” guardandolo immobile negli occhi» (’La Stampa”, 10/12/2001).